L’accusa: rissa e tentato omicidio di un tifoso colpito da un sasso alla testa a Bastia Umbra

di UMBERTO MAIORCA
PERUGIA – Cinque persone arrestate per rissa e tentato omicidio (una a Capanne e gli altri ai domiciliari). Tra questi ci sarebbe anche colui il quale ha lanciato il sasso che ha colpito Massimiliano Antonelli, il tifoso dei Falchetti rimasto ferito dopo gli scontri con gli ultras del Bastia Umbra.
L’episodio risale al 6 aprile di quest’anno, al termine della partita Bastia Umbra-Foligno valida per il campionato di serie D quando un gruppo di tifosi del Bastia aveva acceso e tirato «fumogeni all’indirizzo dei folignati», ne era nato un contatto e poi era rimasto gravemente ferito alla testa un supporter del Foligno. Il tifoso 27enne (Michele Medici) finito in carcere è accusato di tentativo di omicidio per avere lanciato un sasso che ha colpito alla testa e ferito gravemente un tifoso del Foligno. Agli arresti domiciliari per rissa aggravata, reato contestato anche al ventisettenne in carcere, sono finiti anche altri quattro tifosi del Bastia che hanno un’età tra i 24 e i 30 anni (Davide Falcinelli, Matita Bazzucchi, Daniele Fortini e Matteo Calzuola). Gli scontri avvennero durante il deflusso dallo stadio delle due tifoserie. L’indagine, non ancora conclusa e nella quale sono coinvolte complessivamente una decina di persone, è stata condotta dalla Digos di Perugia e dal commissariato di Assisi, Secondo la ricostruzione della polizia durante il deflusso dallo stadio alcuni tifosi del Foligno vennero a contatto con i sostenitori locali dando vita a una rissa che coinvolse una ventina di persone. Il giovane colpito alla testa dal sasso rimase ricoverato in ospedale diversi giorni, hanno ricordato gli investigatori, rischiando anche di morire. Secondo la ricostruzione della polizia, il lancio della pietra fu diretto e frontale. «Un gesto volontario» per Digos e commissariato di Assisi, diretti da Francesco Moretta e Francesca De Luca. Atti ritenuti «idonei e diretti in modo non equivoco» a provocare la morte del tifoso del Foligno, evitata per il «tempestivo» intervento dei medici. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno esaminato le immagini delle telecamere di sorveglianza e raccolto diverse testimonianze. Lo stesso ventisettenne finito in carcere è stato ascoltato, negando però di avere voluto colpire l’altro tifoso. Aveva affermato, infatti, di aver schivato un sasso, di averlo raccolto e rilanciato mentre fuggiva.
Nel corso degli interrogatori dei tifosi indagati (inchiesta parallela è stata svolta dai carabinieri di Foligno sulla compagine di tifosi dei Falchetti, risulta indagato anche il ferito in quanto partecipante alla rissa fino al momento in cui ha ricevuto la sassata) uno dei tifosi aveva ammesso di aver partecipato alla sassaiola. Gli altri arrestati (difesi dagli avvocati Luca Maori, Delfo Berretti, Manuela Cotogno, Barbara Romoli, Daniela Pettinelli e Francesca Fioretti) si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, salvo confermare, come altri testimoni sentiti, la presenza degli ultras di una e dell’altra parte. Uno degli indagati aveva ammesso di essere stato sul posto, ma durante l’aggressione sarebbe rientrato nello stadio per cercare il cellulare che aveva dimenticato. Telefono che, però, è stato ritrovato sul luogo della rissa. Un tifoso era stato, inoltre, arrestato (rilasciato il giorno dopo, difeso dall’avvocato Favini) per violazione delle norme in quanto avrebbe portato un tubo rigido allo stadio e sarebbe stato immortalato da riprese video e fotografiche mentre lo brandisce durante gli scontri.
LA VIOLENZA
Il messaggio su Facebook: «Domenica arrivano le m…» Nei giorni successivi era turbato: «L’ho colpito in faccia»

PERUGIA – Nega «in maniera categorica» la volontarietà del suo gesto il tifoso del Bastia Umbra arrestato dalla polizia per avere gravemente ferito un sostenitore del Foligno lanciandogli contro un sasso. A dirlo è l’avvocato Luca Maori, suo difensore insieme al collega Delfo Berretti.
«Il mio assistito – ha detto il legale – non aveva alcuna intenzione di uccidere. È stato colpito da un asso e lo ha ritirato indietro senza accorgersi di avere colpito qualcuno». Riferendosi all’arresto del giovane, l’avvocato Maori parla di «tragico equivoco: è stato sentito più volte dalla polizia prima come persona informata dei fatti e poi come indagato. Non si capisce il motivo dell’ordinanza cautelare a suo carico. Un provvedimento – ha concluso Maori – ingiustamente punitivo».
Un provvedimento che i legali contesteranno sin dall’interrogatorio di garanzia in programma questa mattina. «Il nostro assistito -dicono gli avvocati Maori e Berretti – non ha mai negato i fatti e di essere stato presente, ha anche ricordato che ha subito smesso di andare allo stadio. Non c’è pericolo di reiterazione di reato tantomeno di di inquinamento probatorio. Lo spiegheremo dettagliatamente al giudice per le indagini preliminari». Secondo l’accusa Michele Medici, giorni prima dello scontro avrebbe scritto su Facebook la frase: «Domenica arrivano le m… Noi saremo li che aspetteremo! Il vero bastiolo sarà lì che aspetterà». Nel corso delle indagini era anche emerso che lo stesso giovane arrestato era «molto preoccupato» per il ferito perché riteneva di averlo «colpito al volto con una pietra, spero che non sia niente di grave». Anche se nell’interrogatorio afferma di essersi trovato a 25 metri dai tifosi folignati e di aver raccolto un sasso tirato da questi e di «aver tirato all’indietro senza prendere la mira». Secondo il gip, però, c ‘e il pericolo che gli arrestati «reiterino le condotte». Da qui l’arresto.

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