DAI BANCHI ALL’IMPIEGO Il convegno è stato ideato dall’Istituto Polo Bonghi per orientare i giovani

I consigli del “cacciatore di teste” agli studenti: puntare sulle soft skills BASTIA UMBRA – COME farsi assumere e quali errori evitare per scongiurare il rischio di vedersi cestinare il curriculum (e con esso veder sfumare anche la possibilità di trovare un lavoro): questo il tema del convegno, organizzato dall’Istituto di Istruzione Polo Bonghi di Assisi, guidato dal preside Carlo Menichini, tenutosi giovedì pomeriggio negli spazi messi a disposizione dall’azienda S&R Farmaceutici di Bastia Umbra. A orientare gli studenti e i loro insegnanti in un mercato del lavoro sempre più difficile e competitivo è stato Andrea Granelli, dal 2004 al timone della società di consulenza direzionale Kanso, attiva sul fronte dell’innovazione e della customer experience, che ha affrontato il tema delle soft skills, ovvero quelle competenze trasversali (velocità di apprendimento, creatività e apertura al cambiamento, senza dimenticare la dimestichezza con le tecnologie informatiche e con le potenzialità del networking) che tanto piacciono alle aziende. ALL’INCONTRO di formazione, ideato dal professor Gian Piero Roscini e organizzato in collaborazione con Confindustria Umbria, CNA e Fondazione ITS Umbria Academy, i partecipanti hanno appreso le tecniche per cogliere al volo le opportunità offerte dal mercato, evitando così la frustrazione di rispondere ad annunci di lavoro senza poi essere mai richiamati o partecipare ad assessment senza ricevere risposta. PERCHÉ SÌ, il voto conta (sia quello del diploma che quello di laurea) ma a fare la differenza sono quelle abilità che i cosiddetti “cacciatori di teste” (i “recruiter” d’Oltreoceano) ricercano in una selezione di lavoro e che garantiscono a chi le possiede un vantaggio competitivo sugli altri candidati. Capacità, queste, che non sempre si imparano sui banchi di scuola o frequentando qualche corso di perfezionamento. Ne è convinto Carlo Menichini, dirigente dell’Istituto Polo Bonghi di Assisi che nell’iniziativa ha creduto fin dal primo momento: «Dagli input del personale docente emerge un grande bisogno di formazione e informazione sul tema, precondizione per la promozione di abilità e competenze, che non necessariamente e non tutte le volte coincidono con i contenuti, sempre più attuali e determinanti per affrontare con successo le sfide del mercato occupazionale». MA PER una vera educazione alla cittadinanza occorre puntare sull’altra metà del pensiero, il negletto sapere umanistico, cui andranno associate le competenze tecniche: «È di fondamentale importanza – ha chiosato in proposito Andrea Granelli, già amministratore delegato di Telecom Italia Lab ed ex presidente dell’Archivio Storico Olivetti – il cosiddetto umanesimo tecnologico».

La voce degli esperti

Il preside «Il nostro obiettivo – dice Menichini – è evitare che i ragazzi arrivino impreparati a un colloquio di lavoro. E aiutarli a sviluppare capacità che faranno di loro affidabili lavoratori ma anche e soprattutto buoni cittadini».

Il “recruiter” «La scuola – ha spiegato Granelli – deve rifondarsi su una visione umanistica del sapere e spingere i giovani ad avventurarsi nel cambiamento, inteso come opportunità e responsabilità».

Il segreto

La preparazione deve essere totale Come trovare un lavoro dopo la scuola? Il voto ha la sua importanza, certo: è ovvio che ci si debba diplomare e laureare con il punteggio più alto possibile, ma spesso a fare la differenza sono abilità che non necessariamente e non tutte le volte coincidono con i contenuti.

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