“Ti strangolo se non te ne vai da questa casa”: suocera finisce alla sbarra. Imputata anche la figlia

Udienza tesa ieri mattina in tribunale. Alla base una contesa legata all’eredità

BASTIA UMBRA Rapporti familiari tesissimi, con tanto di minacce che, alla fine, hanno portato nuora, suocera e cognata in un’aula di tribunale. Sullo sfondo una questione di eredità. Da una parte la nuora, parte civile con l’avvocato Manuela D’Angelo, che adesso chiede di essere risarcita. Dall’altra suocera e cognata, imputate e difese dal legale Luisella Tassi, accusate di minacce aggravate. “Te ne devi andare da questa casa altrimenti ti strangolo”, avrebbe detto l’anziana imputata rivolgendosi alla moglie del figlio stringendo tra le mani un cavo elettrico. Lo ha raccontato la donna minacciata ieri mattina, in aula dinanzi al giudice Marino Albani. L’episodio infatti risale al 2015, tra la parte civile e le due imputate ci sono  molti motivi di scontro collegati alla convivenza forzata in uno stesso edificio. Dopo 30 anni in cui tutti sono stati sotto lo stesso tetto, muore il marito dell’imputata più anziana e nel suo testamento dispone di lasciare in eredità i beni ai figli concedendo l’usufrutto alla moglie, rimasta vedova. Ma lì sarebbero iniziati i problemi e, l’episodio del cavo elettrico, al centro del processo celebrato ieri mattina, era solo uno dei tanti che sono accaduti e che sono finiti nero su bianco in denunce. Dopo la morte dell’anziano, la vedova aveva infatti iniziato a presentarsi a casa della nuora, prima per prendere le sue cose, poi  in  maniera  sempre più insistente e pesante. Tornando  a  ieri  mattina in aula, la parte civile, ha raccontato che quel giorno aveva sentito il cane abbaiare a lungo. “Mi sono affacciata alla finestra e ho visto che abbaiava in direzione della lavanderia. Così sono scesa e sono entrata lì dentro. C’erano mia suocera e mia cognata che mi hanno minacciato dicendo che quella non era casa mia e che dovevo andarmene altrimenti mi avrebbero strangolato. Mia suocera aveva quel cavo tra le mani e mia cognata disse che l’avrebbero fatto”. Insomma udienza molto tesa in cui il giudice ha anche sospeso per un po’ la deposizione. Dopo la minaccia di quel giorno, la parte civile corse a chiudersi in casa, da dove chiamò il marito e la figlia. Dopo essersi consultata con il suo legale aveva sporto denuncia. Secondo quanto emerso,tra le parti in causa ci sono anche altri procedimenti giudiziari. Alcuni, a carico della parte civile sono stati archiviati. Intanto, dopo una pronuncia giudiziaria, nella casa contesa è rimasta a vivere solo la donna minacciata.

Fra. Mar.

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