Serie D Il classe ’96 alla corte di Cocciari. E arriva pure Convito (2002)

Il difensore si presenta: “Lasciare Trestina? Non ci ho dormito”

di Tommaso Ricci

BASTIA UMBRA Kevin Marconi è una testa pensante, un cuore pulsante, un giocatore vincente. Che, quindi, cerca stimoli, che ha bisogno di nuove sfide. L’ultima che ha accettato è stata il Bastia. “Trestina è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita – fa il difensore classe 1996 -. E’ stata una scelta che sentivo dentro. E’ una famiglia e a cui mi sono legato fin da subito. Peccato averlo dovuto lasciare per questioni legate al rispetto, che a mio modo di vedere nella vita e nel calcio è prioritario su tutto. Peccato perché poteva essere qualcosa di ancor più grande. Lasciare Trestina è stato molto difficile, ma è una scelta che avevo preso da tempo dopo aver passato una notte in bianco, perché mi ero veramente affezionato e non potevo credere al mio istinto, ma non potevo neanche ledere al mio orgoglio di persona umile e rispettosa. Ringrazio le figure di Galizi e Bambini che non mi hanno mai fatto mancare nulla. Ma soprattutto ringrazio tutti gli addetti ai lavori del club che mi hanno trattato sempre con sorriso e benevolenza. A loro va un enorme grazie. Spero di aver lasciato loro almeno una parte di quello che loro hanno lasciato a me”. Il presente e il futuro si chiamano Bastia e il trasporto con cui Kevin ne parla sono gli stessi. “Ho lasciato diverse opportunità economiche importanti pur di rimanere dove sento di poter stare, in D. Bastia è stata la prima scintilla, il diesse Mauro Cuppoloni ha fatto un bel pressing e a lui e a mister Cocciari dico grazie per avermi fatto sentire ancora vivo. Ma ora si parte, sempre con umiltà, lottando in un campionato che non sarà facile”. Nel motore, però, ci sarà anche un 2002 di valore: è il centrocampista Michele Convito prelevato dal Castel del Piano.

I ringraziamenti

“A mia nonna che mi sprona  e poi ad Augusto e Raimondo”

BASTIA UMBRA La strada per il campo di Bastia, Kevin, la conosce a memoria. “Da piccolo mio fratello giocava con i Giovanissimi biancorossi – sorride – e non saltavo una partita, per cui per me si tratta di un… ritorno al futuro. Fatemi ringraziare la mia famiglia, Stefano, Daniela, Jacopo e la mia Aki (il suo cane, ndr) che mi supportano in questo periodo di decisioni importanti. Un grazie speciale a mia nonna che in questi giorni, da una sedia d’ospedale, mi dà le più grandi motivazioni. E infine grazie ad Augusto e Raimondo che dal cielo mi fanno vivere la vita con più leggerezza”.


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