Una giovane di Bastia Umbra ha postato le immagini del proprio corpo tumefatto. Ora indaga la Procura di Perugia

di Sandro Rossini

BASTIA UMBRA Ha scelto Facebook per mostrare in alcune foto lividi sul volto, occhi e labbra gonfi, morsi su spalle e braccia ed ematomi vari. Sono gli scatti condivisi da Caterina Degli Esposti, una giovane di Bastia Umbra, con la didascalia “Così mi ha ridotto divertendosi”, che hanno raccolto tanti messaggi di solidarietà e condanna delle violenze sulle donne. Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Assisi, che sulla vicenda mantengono il più stretto riserbo. La denuncia è partita            in base al referto dell’ospedale. Il pm titolare dell’inchiesta è Anna Maria Greco. Ma il messaggio della giovane, nel frattempo, è diventato virale: condiviso da amici, conoscenti e persino sconosciuti, ha portato, ieri mattina, anche a una presa di posizione della prima cittadina di Bastia Umbra, Paola Lungarotti, che tra le deleghe assessorili ha mantenuto quella alle pari opportunità. “A nome dell’amministrazione comunale”, scrive il sindaco, “certa di rappresentare anche l’intera città, esprimo la propria vicinanza alla ragazza vittima della violenza di genere e alla sua famiglia”. “Non più tardi di sabato 30 novembre” aggiunge Lungarotti nella nota “abbiamo ricordato la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non erano presenti solo donne, ma anche uomini, studenti, concittadini più o meno giovani. Il messaggio che abbiamo ribadito attraverso le varie iniziative della giornata era un auspicio: quello di non dover più ricordare attraverso giornate commemorative questo dramma. Sono passati pochissimi giorni ed invece, oltre alle violenze che si stanno  ripetendo a livello nazionale, anche nella nostra  città una ragazza si somma alle tantissime vittime”. “Non si può stare zitti”, sostiene Lungarotti, “non lo siamo mai stati, oggi più di ieri dobbiamo denunciare questi atti di pura violenza che rendono sempre più lontani dall’umanità. Che cos’è l’umanità se non il rispetto, l’amore, la cura, il dovere dell’aiuto e il diritto del riconoscimento della propria soggettività? Tutti dobbiamo urlare basta. Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e questa violenza”, è la conclusione.

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