Operazione congiunta di polizia e carabinieri: agli investigatori il 53enne ha detto che giocava a nascondino

Il complice di Assisi denunciato per concorso: “L’ho aiutato perché ho perso il lavoro”

di Francesca Marruco
PERUGIA Quando poliziotti e carabinieri hanno fatto irruzione nella casa di Bastia Umbra, da cui poi sono usciti insieme a un uomo ammanettato, lo hanno trovato nascosto nell’armadio:ha anche provato a dir loro che stava giocando a nascondino con i bambini. Invece ovviamente si stava nascondendo dagli investigatori perché è ritenuto responsabile di due rapine a mano armata,avvenute il 18 giugno e il 3 luglilo scorso. Il 53enne di origine campana, in stato di fermo da sabato, ieri mattina è comparso davanti al giudice che ha convalidato la misura e ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere. A raccontare i particolari dell’operazione congiunta di carabinieri e polizia, ieri mattina sono stati il vice questore aggiunto, dirigente dello Sco di Perugia,Adriano Felici, il tenente colonnello, Marco Sivori, a capo del nucleo informativo del Comando provinciale di Perugia, il comandante della stazione di Ponte San Giovanni, maresciallo maggiore, Mirko Fringuello e il commissario del commissariato di Assisi, Roberto Roscioli. Si perché le indagini sono state svolte in maniera congiunta da Arma e polizia di Stato in una sorta di staffetta tra gli appertenenti ai due corpi. I primi a intervenire sono stati i militari di Mirko Fringuello il 18 giugno nel parcheggio dell’Emi di Ponte Felcino dove una 71enne era stata rapinata di borsa, soldi e macchina. Un balordo le aveva puntato una pistola contro. Poi si è scoperto che era finta, ma sembrava in tutto e per tutto vera. Fondamentali per l’individuazione dei responsabili dei colpi sono state le telecamere di sicurezza piazzate nei vari punti in cui si è svolta la vicenda. E’ stato grazie all’occhio elettronico che è stata trovata la targadella Golf rubata all’anziana.Ed è stato grazie a quella targa che i colleghi del commissariato di Assisi hanno localizzato l’auto. Seguendone i movimenti, hanno visto che la vettura era seguita da un’Audi nera. Le indagini hanno appurato che era del complice, un 40enne di Bastia con un precedente per truffa che, interrogato dagli inquirenti, ha confessato tutto. Assistito dall’avvocato, Gianni Dionigi, ha detto di aver aiutato il complice facendogli da autista perché ha grossi problemi di denaro avendo perso il lavoro a gennaio. Per lui è scattata la denuncia a piede libero. Un passo indietro: venerdì scorso una cassiera del Penny di Bastia si ritrova con una pistola puntata alla tempia. E’ sempre il campano, e stavolta il bottino è di 1.700 euro. Il giorno dopo, durante un appostamento, gli investigatori, decidono che è il momento di agire. Il campano lo trovano nascosto nell’armadio di casa dell’uomo di Bastia. Probabilmente, se non fermato, avrebbe messo a segno altri colpi.

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