Per il giudice Natalia Giubilei «non hanno un elevato spessore criminale». La lite è avvenuta in un contesto di violenza diffusa
PERUGIA Kevin Malferteiner «ha dato origine alla lite», Brendon Kosiqi «è tornato a dare manforte all’amico», Denis Hajderlliu «ha affrontato Filippo che gli aveva fatto un gesto di sfida, colpendolo e facendolo finire a terra: ponendolo nella situazione in cui si è poi trovato al momento in cui Brendon, in stato di ebrezza, innestava la retromarcia, investendolo». Anche se hanno dimostrato di «non riuscire a controllare i propri impulsi violenti» i tre giovani residenti a Bastia, indagati per rissa aggravata e omicidio preterintenzionale, non hanno «un elevato spessore criminale». Il giudice Natalia Giubilei che martedì li ha interrogati in carcere, assistiti dagli avvocati Daniela Paccoi, Delfo Berretti, Aldo Poggioni e Guido Rondoni, ha convalidato l’arresto ma concesso loro i domiciliari. Proprio facendo rilevare che la drammatica morte di Filippo Limini, 24 anni di Spoleto, è avvenuta in una situazione di violenza diffusa. «Si ritiene di dover tenere conto nella scelta della misura – scrive il gip – anche del contesto in cui si sono svolti i fatti, fino al tragico esito finale. Se infatti è vero che gli indagati hanno partecipato alla rissa dall’altra parte vi era un gruppo di persone, in corso di identificazione, ben più nutrito, fra cui la vittima, che si è contrapposto con una violenza che è risultata addirittura superiore, se si tiene conto dell’inseguimento e dell’aggressione con corpi contudenti, come attestano gli ingenti danni alla vettura». Per Giubilei «solo il fatto di essersi riparati all’interno dell’auto non ha portato a esiti gravi anche con riguardo all’incolumità fisica degli indagati». In quella notte di follia sarebbero potuti morire anche loro. Brendon è stato ferito al braccio e al volto e, alcuni testimoni, dicono che si è intromesso nella lite per fare desistere l’amico. Gli amici, a loro volta, sono stati presi a spinte e pugni. le indagini dei carabinieri di Assisi, guidati dal tenente colonnello Marco Vetrulli si stanno concentrando su due fronti: l’identificazione del gruppo di spoletini che ha assaltato la Opel con mazze, bastoni e forse tirapugni e l’esatta ricostruzione della dinamica. Per capire se ci sia un quarto ragazzo da cercare, autore del calcio sul volto di Filippo. Un altro aspetto da chiarire riguarda l’incipit della lite. Un buttafuori dice che i primi screzi erano avvenuti all’interno del Country,tanto da indurre la sicurezza a intervenire. Ma la scintilla, prologo della rissa mortale, è stata quella frase: «Togliti dal c…», pronunciata da Kevin per far passare la Opel di Brendon tra la
folla. Lo stesso è poi sceso e ha dato due colpetti sul volto di un ’rivale’, innescando una sequenza di violenza che ha portato alla morte di Filippo. Sarà domani l’autopsia (spostata di un giorno) svolta dal professor Mauro Bacci e dalla dottoressa Marta Bianchi (Anna Maria Verdelli, Sergio Scalise, Laura Panata e Walter Patumi sono stati nominati consulenti di parte per gli indagati) a sciogliere il nodo sulle cause del decesso. «Accertino i consulenti – scrive il pm – l’incidenza causale dei colpi ricevuti da Filippo e del successivo investimento». Fatale, per il 24enne, sono stati il pugno (e il successivo calcio) e l’eventuale urto contro il cordolo del marciapiede con la testa? Oppure è stato ucciso, schiacciato dall’auto di Brendon in fuga? Da verificare anche il tasso alcolico. Il guidatore, sottoposto agli esami del sangue l’indomani aveva 0,84, sintomo che alle 3.40 era ubriaco. Ma, secondo il gip, anche gli altri ragazzi avevano bevuto. «E’ verosimile che anche i componenti del gruppo avversario, fra cui la vittima, non fossero totalmente lucidi». Eri.P.

I REATI
Un omicidio oltre l’intenzione
Gli indagati non volevano uccidere Filippo: il pm ha contestato l’omicidio preterintenzionale che punisce atti violenti che sfociano in un evento più grave di quello voluto dagli aggenti. Dopo l’autopsia la procura potrebbe comunque ricalibrare le accuse contro i tre.

Il commento
Il megafono ringhiante dei senza-idee

Erika Pontini

Una volta erano opinioni, oggi sono fendenti. Confronti accesi sui diversi modi di interpretare i fatti e la vita: che si trattasse di politica o, adesso, dell’incubo-Covid, oppure di una gioventù gratuitamente violenta che in queste notti estive umbre sembra aver preso il sopravvento. Le opinioni nel frattempo sono divenute sassate lanciate nel mare in tempesta dei social. Se non insulti o minacce. Senza possibilità di una democratica replica, che magari arriva a scoppio ritardato e spesso è inutile, se non dannosa, perché giocata sullo stesso scivoloso terreno dei messaggini ringhianti. Quanto accaduto a Bastia Umbra, dove un ragazzo è morto in una rissa tra ventenni, o a Castel del Piano quando alla banale discussione
tra ragazzi si è messo fine con una coltellata potenzialmente letale, impone una riflessione attenta e misurata. E interventi reali. Ciò che non serve sono i commenti vigliacchi. Quelle ’botte’ sulla tastiera di pc o smartphone mentre distrattamente si legge il primo titolo di un sito o si origlia una chiacchiera da bar. In questi giorni alcuni post sono arrivati a insultare
avvocati che svolgono un diritto costituzionalmente garantito: la difesa di un indagato. Chiunque, da qualunque accusa. Tanto più che il contesto descritto dalla coraggiosa giudice che ha concesso gli arresti domiciliari ai tre indagati è quello di una violenza diffusa. Denis, Kevin, Brendon, Filippo e tanti altri che saranno ’identificati’, per usare il linguaggio asettico
delle forze dell’ordine, sono figli di una stessa disgraziata sorte condita da troppo alcol e pochi freni, in una società in cui la violenza è ormai di casa. Lo provano le immagini di quell’auto distrutta che fanno tornare alla memoria piazza Alimonda. Lo prova il corpo di un ragazzo a terra, schiacciato dall’auto in fuga. Non una scena di Gomorra ma la banalità del
male che rimette in scena lo stesso copione. E il dramma si perpetua sui social, la voce della minoranza ringhiante dei senza-idee

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