Emergenza Covid Terapie intensive quasi raddoppiate in una settimana. Il commissario Onnis: “I grandi eventi non hanno aiutato”
Nuovo sistema di tracciamento, tamponi ritardati agli asintomatici. Stop ai piccoli assembramenti
Sindaci all’attacco Chiesti chiarimenti su cimiteri e mercati
Test a medici e farmacisti Allargato il sistema degli screening antigenici

di Alessandro Antonini
PERUGIA Nell’ultima settimana in Umbria si sono registrati 107 nuovi ricoveri per Covid. Si è passati da 86 a 193, nel periodo tra il 15 e il 22 ottobre:+124,42%. Con i posti occupati in rianimazione quasi raddoppiati (da 12 a 22: +83,3%) in sette giorni. Il picco dei contagi ieri, con 407 nuovi positivi in 24 ore. Sono 62 i ricoverati all’ospedale di Terni, 58 (12 in terapia intensiva) a Perugia (10 in tp), 29 a Pantalla, 28 a Città di Castello e 16 a Foligno. Ecco i dati dell’ennesimo incremento record del cuore verde. Una diffusione rapida che prospetta gli scenari peggiori. Siamo al 40% d lockdown, bisognerà passare al 60% se restano questi i numeri. Da qui una nuova strategia di intervento: stop a tutti gli eventi, le feste e le piccole aggregazioni. Ricalibrata la pianificazione di test: “diagnosticare tempestivamente i sintomatici e isolare i contatti stretti senza testarli al tempo 0”. Significa tampone ritardato per gli asintomatici. I dati al momento non permettono di fare altrimenti (“per 407 positivi ci sono come minimo 8.000 contatti”) .Le 12 Unità speciali di medici continuità assistenziale (Usca) sono state potenziate di 28 unità (erano 40 in tutto) saranno e attive 24 ore su 24 sette giorni su sette, fa sapere il commissario regionale anti Covid, Antonio Onnis, in conferenza stampa da remoto. E ancora: allargamento del tracciamento e dei test (antigenici) a medici di base e pediatri, oltre ché alle farmacie;stop tamponi (“nell’immediato”) ai possibili asintomatici e contatti stretti. Ancora: sì all’istituzione in settimana un altro Covid hotel (a Deruta), dopo quello di Villa Muzi, per gli isolamenti. Non ultima, la pianificazione di zone rosse per tipologie di intervento, vedi la chiusura mirata di alcune scuole nelle aree più colpite. Tra le cause dell’impennata dei casi in Umbria, Onnis inserisce anche i grandi eventi. “Sono illazioni le mie”,spiega Onnis, che necessitano di dati di riscontro nei singoli territori, ma “i grandi eventi come la beatificazione (di Carlo Acutis, ndr), ma anche le visite del Papa e del presidente del consiglio, solo per fare alcuni esempi, non hanno aiutato”. Oggi più di un terzo dei contagi in Umbria si registra tra Perugia, Assisi e Bastia (1.192 attuali contagiati in totale su 3.275 attualmente positivi in regione). Più in generale “tutte le situazioni di movimento creano problemi”, specifica Onnis. Ivi compresa la riapertura della scuola “con 140 mila persone interessate in tutta la regione: il problema non è in classe ma prima e dopo la campanella”. Altri fattori per cui in Umbria c’è stato un incremento di contagi “repentino e preoccupante”, paragonabile a uno “tsunami”, sono il basso tasso di contagio della fase 1, che “ha reso la popolazione più esposta all’attecchire del virus” e la “ripresa turistica che, per fortuna, in estate si è registrata in Umbria e in altre regioni”. Il rientro di contagiati dai paesi a rischio e dei lavoratori stagionali ha innescato la miccia. A seguire la scuola: il problema sono assembramenti nei bus e davanti gli istituti prima e dopo le lezioni, assicura Onnis. Che cita il caso esemplare di un aperitivo con sei studenti presenti: tre i contagiati. Intanto i sindaci (Anci) puntano il dito contro ritardo dei tracciamenti, chiedono numeri precisi sui contagi ed esigono indicazioni chiare per la gestione dei cimiteri in vista di Ognissanti, lo svolgimento consigli comunali e i mercati. Già oggi sono attesi provvedimenti da parte di Palazzo Donini.

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