Parlano sei tecnici di Eccellenza Lo stop visto… dalla panchina tra allenamenti a casa, chat e tv
Carlo Alberto Caporali (Bastia) “Come terminare la stagione? I gironi da nove unica soluzione”

PERUGIA La sosta forzata, la sveglia tardi la domenica , il telefono per tenere viva una squadra, il calcio solo in tv, il pensiero che va a quando e come ripartire. Gli allenatori al tempo del Covid sono questo. Quelli di Eccellenza, costretti a fermarsi dopo i triangolari di Coppa e la prima di campionato, sono ai box in attesa di buone nuove, con una serie di dubbi in testa che ora non trovano risposta. Ai tecnici più in vista della serie A dell’Umbria abbiamo chiesto di raccontarci il loro calcio…
senza pallone. Eccoli.
ZORAN LUZI (ELLERA)“Calcio da rintanati in casa:qualche partita in tv e uno squillo col prof ai ragazzi per cercare di condividere con loro le tante preoccupazioni che ci sono in ognuno di noi”. Zoran Luzi, dal suo ufficio in
via Settevalli, guarda fuori,poi chiude gli occhi e sogna il Fioroni al posto del parcheggio dell’Eurospin:“Il calcio manca. Alla squadra abbiamo dato un programma da fare a casa che prevede cinque sedute settimanali, ma è
dura. Ci atteniamo alle regole con la speranza di poter tornare a giocare in sicurezza già a fine dicembre, così da far riprendere il campionato a fine gennaio”. Ma come? “C’è un calendario – chiosa -, la soluzione più logica mi pare continuare, magari giocando solo il girone d’andata”.FRANCESCO FARSI (CASTIGLIONE DEL LAGO) “E’ un periodo molto difficile per le nostre vite, il calcio viene dopo.Per me che sono uno super appassionato, è una manzanza immensa – dice il tecnico del Castiglione del Lago, Francesco Farsi -. Coi ragazzi abbiamo un gruppo Whatsapp, che purtroppo si è impigrito un po’ perché non è facile creare l’atmosfera giusta per scambiarsi battute, per sparare cavolate e tenersi su. Col prof Fossati, poi, abbiamo dato alla squadra un programma di massima da seguire un giorno sì e uno no, confidando nell’abnegazione di tutti. Non vedere al momento un orizzonte è un grosso freno, però. Come riprendere? Penso a un torneo di apertura di sola andata, poi play off e play out”. LUCA PIEROTTI (LAMA) “Situazione molto particolare – spiega Luca Pierotti del Lama -. Noi, per le prime due settimane, ci siamoorganizzati con allenamenti individuali, il prof ha mandato ai ragazzi quattro sedute settimanali tra forza, potenziamento aerobico, Rsa, poi stop. Adesso proporre ‘facciamo le stesse cose’, diventa noioso per i ragazzi, li capisco. Cosa facciamo durante la sosta? Sento qualcuno di loro, ci confrontiamo su tutto, perché parlare solo di pallone ora è impossibile. A Orvieto, ad esempio, al debutto in campionato, discutevamo di Covid fino a 10 minuti prima della gara. Nello spogliatoio non si scherza più… Per me bisogna fermarci fin quando non ci sarà sicurezza totale, fosse anche per un anno”. MARCO SABATINI (NARNESE) “Bisogna essere ottimisti -dichiara Marco Sabatini della Narnese -, sperando che tutto si risolva presto. I miei ragazzi hanno un lavoro da fare, confido che lo svolgano, anche se comprendo che gli stimoli non sono altissimi. Come tenere in vita il gruppo? Abbiamo una chat, diciamo qualche stupidaggine e ci diamo consigli a vicenda. La ripresa? Non so. Noi all’esordio abbiamo vinto a Branca, ma non abbiamoquasi gioito. Riprendere e non abbracciarsi, non darsi una pacca sulla spalla, senza tifosi… mah! Mi auguro di ripartire a dicembre sì, ma con un calcio vero, di condivisione”. DAVIDE MEZZANOTTI (SANSEPOLCRO) “Questa settimana ci siamo visti due volte per fare una sgambata a gruppi ma è difficile – fa Davide Mezzanotti del Borgo-. Allenarsi senza un obiettivo è un’impresa, farlo con un po’ di paura e di tensione lo è ancor di più. Abbiamo dato dei programmi a casa ai ragazzi sperando che si allenino, vediamo poi se fare un incontro o due questa settimana ma è tutto ancora da vedere.Per me si deve riprendere solo quando avremo la certezza di poter terminare il campionato, dicembre mi sembra presto. Mi piacerebbe fare un girone di sola andata”.
CARLO ALBERTO CAPORALI (BASTIA)
“Secondo me non si può ripartire prima di gennaio – argomenta Carlo Alberto Caporali a Bastia -, anche perché ora non abbiamo garanzie sui protocolli, non riusciamo a rispettarli. Per noi dilettanti è impossibile avere sempre il medico al campo, fare tamponi e sierologici di continuo. E considerate che Bastia è una piazza attrezzata…Se si riparte, credo che l’unico format possibile sia quello a due gironi da nove: da gennaio a maggio senza intoppi si potrebbe condurre in porto il campionato. Ai ragazzi abbiamo dato un programma, qualcuno di loro è positivo. Restiamo alla finestra, perciò, facendo ognuno nel nostro piccolo il massimo per metterci alle spalle il prima possibile questo maledetto virus”.

di Tommaso Ricci

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