Il bastone di cui parla non c’è: i medici legali dovranno dire da cosa sono state causate le fratture alle costole
PERUGIA ’Patrizia’ potrebbe essere stata colpita con un calcio da Samuele De Paoli quando era già a terra. Un ’colpo’ che potrebbe averle fratturato le quattro costole, come rilevato in ospedale a Perugia mercoledì dopo dopo
l’interrogatorio in questura. La transessuale Pineiro Reis Duarte Hudson era già stata visitata dal medico legale nominato dalla procura, Sergio Scalise Pantuso che ma nei prossimi giorni, come disposto dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, visiterà nuovamente l’indagata insieme ai consulenti di parte nominati dalla difesa di Patrizia – Annamaria Verdelli – e dalla famiglia della giovane vittima, Antonio Galzerano. Stando ai primi accertamenti medico
legali però sembra che la transessuale sia stata raggiunta dai pugni al volto inferti da Samuele con la mano destra (il giovane ha lacerazioni sulle nocche delle dita e la trans ha evidenti ecchimosi sul lato sinistro del volto) mentre non ci sarebbero evidenze di colpi inferti con un oggetto contundente. Gli investigatori della squadra mobile – diretti da Gianluca Boiano – non hanno repertato alcun bastone-mazza di cui parla l’indagata nel corso dell’interrogatorio, e
come poi ribadito a ’La Nazione’. Gli investigatori non avrebbero trovato nemmeno il flacone – ’forse di metadone’, ha ipotizzato l’indagata – notato all’interno dell’abitacolo della Panda rossa. Samuele non era conosciuto come assuntore di stupefacenti ma la procura ha disposto accertamenti tossicologici dopo che gli amici hanno dichiarato di aver diviso in cinque un grammo di cocaina. Stando al racconto dell’indagata l’ira di Samuele è stata scatenata
dall’insoddisfazione per il rapporto sessuale pattuito per trenta euro. Di lì le botte, la richiesta di avere un rapporto all’esterno dell’auto, l’oppsizione di Patrizia e la tragedia. La trans ha sostenuto, in particolare, di aver afferrato il ventiduenne per il collo per difendersi. Sul collo i medici legali hanno isolato quattro strisce rosse – ipotizzando si tratti delle dita – e una sul lato opposto del collo, proprio sotto l’orecchio. Sarebbe stata quella pressione a provocare lo shock del nervo vago individuato, allo stato, come possibile causa del decesso per arresto cardiocircolatorio. Secondo medici rianimatori la manovra impiega anche 4-5 minuti per portare allo svenimento o, come in questo caso, alla morte. Patrizia ha dichiarato che quando è andata via Samuele era ancora vivo e le aveva chiesto aiuto. Scatta invece venerdì l’analisi sui cellulari di vittima e indagata (due sim), affidata a un consulente. In quelle chiamate si cerca traccia delle telefonate all’autista contattato da Patrizia ma anche riferimento alla serata di Samuele. Eri.P

Valter Biscotti «L’indagata ha mentito»
PERUGIA «L’omicida ha mentito e sta mentendo in relazione sul suo comportamento di quella sera»: è quanto dichiara l’avvocato Valter Biscotti, difensore, insieme a Brenda Ercolani della famiglia di Samuele De Paoli in relazione all’intervista di ’Patrizia’ a ’La Nazione’. In particolare il legale si riferisce alla «circostanza non smentita relativa alle dichiarazioni dell’omicida di essere stata ’picchiata’» sulle costole con una mazza e con un
bastone’». «Poichè la scena dell’omicidio è certamente rimasta incontaminata fino al ritrovamento del cadavere – dice Biscotti – e se non è stato rivenuto alcun bastone o alcuna mazza un bastone è chiaro che l’indagata ha mentito e se noi leghiamo la sua dichiarazione mezoniera alla circostanza che comunque non ha avuto lo scrupolo, nemmeno in maniera anonima di chiamare il 118, lascia intendere un comportamento tale da voler mascherare o nascondere qualcosa del suo comportamento. C’è ancora qualcosa da scoprire che comunque allo stato merita un’attenta valutazione sulla sua posizione processuale attuale». Ribatte l’avvocato Francesco Gatti: «I processi si fanno in aula»

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