Oggi nuovi accertamenti medico legali sulle ferite riportate dal trans indagato per omicidio preterintenzionale

La musica In sottofondo pezzi di Achille Lauro, cantante preferito della vittima

Le due versioni L’indagato ha raccontato di una falsa rapina prima di parlare del 22enne

di Francesca Marruco
BASTIA UMBRA Per quanto consentito dal distanziamento imposto dalla pandemia, la chiesa di San Michele Arcangeloera gremita di persone che volevano dare il loro ultimo saluto a Samuele De Paoli, il 22enne di Bastia Umbra, trovato cadavere una settimana fa in un fosso nei campi dietro la zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte a Perugia. I tanti che non sono riusciti a entrare sono rimasti fuori. Il feretro è stato portato a spalla dagli amici di sempre.
E tutto intorno i tifosi del Bastia Calcio, gli amici del rione, i compagni di scuola, i fratelli e la mamma ,che ha fatto con lui anche l’ultimo viaggio nel carro funebre. Uno strazio infinito quello di Sonia a cui ora non resta che chiedere un po’ di giustizia per il suo Samuele. Morto per una stretta al collo che gli è risultata fatale. I medici legali che hanno eseguito l’autopsia lo hanno già detto agli inquirenti: quella al nervo vago è l’unica lesione che può aver provocato la morte del 22enne.Secondo Pinheiro Reis Duarte Hudson, il trans 43enne brasiliano indagato per omicidio preterintenzionale, sarebbe stato costretto a reagire per difendersi dalle botte di Samuele. L’indagato ha pure menzionato un bastone, con cui, secondo la sua ricostruzione, gli sarebbero state rotte le costole, ma nessun bastone o ramo che combaci, è stato trovato sul luogo in cui Samuele è stato rinvenuto cadavere. Oggi Hudson verrà sottoposto a una nuova visita da parte dei medici legali, come disposto dal procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini, titolare dell’inchiesta sulla morte del ragazzo. Il magistrato ha incaricato i periti – Sergio Scalise Pantuso e Mauro Bacci per la Procura, affiancati dai consulenti di parte Anna Maria Verdelli (per l’indagato) e Antonio Galzerano (per la famiglia della vittima) – di valutare la corrispondenza delle ferite riportate con la versione fornita dall’indagato.
Quella notte in questura, agli agenti della mobile , Hudson ha detto di aver stretto Samuele al collo dopo essere caduti insieme nel fosso in cui poi il 22enne è stato trovato cadavere. Ma di Samuele ha detto solo dopo aver sostenuto
per diverso tempo una storia inesistente riguardante una rapina mai avvenuta.

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