La trans ha raccontato che la stretta al collo è durata circa 10 secondi

Ipotesi omicidio: Il procuratore Petrazzini ha chiesto chiarimenti su alcuni punti

“Quando me ne sono andata Samuele era ancora vivo e chiedeva aiuto, non riusciva a rialzarsi”. E’ il passaggio che Patrizia ha ribadito ieri in procura, in interrogatorio: la trans indagata per omicidio preterintenzionale di Samuele De Paoli, 22 anni, trovato morto in un fosso a Sant’ Andrea delle Fratte, completamente nudo, la mattina del 27 aprile. Una conferma rispetto alle prime dichiarazioni riferite nell’interrogatorio reso a 36 ore dai fatti. Ieri, accompagnata dall’avvocato Francesco Gatti, Patrizia (all’anagrafe Pinheiro Reis Duarte) è stata interrogata, per la seconda volta, dal Procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini dalle 16 alle 18. L’indagata ha confermato anche di essere stata picchiata con un bastone, poi gettato via. Però non è stato mai trovato in sede di indagine. Uscita dalla Procura, Patrizia non ha voluto rispondere alle domande del cronista. “E’ molto tesa. Ha risposto alle domande e ha puntualizzato su alcuni aspetti chiesti dalla procura. Ha raccontato su come l’ha afferrato al collo durante la colluttazione e che dopo circa 10 secondi il ragazzo ‘si è come spento’. E’ rimasto steso nel fosso e chiedeva aiuto, era vivo”, sottolinea Gatti. Secondo il quale questa versione collimerebbe con gli esiti dell’ esame autoptico.

Ale.Ant.

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