PERUGIA Parte da Bastia il pressing sulla Regione per stringere i tempi sul piano regionale dei rifiuti. C’è la politica che si muove, ma dentro al documento approvato dal consiglio comunale su iniziativa della maggioranza,
ma su mossa dell’intergruppo Bastia Popolare e Forza Italia (regista il vice sindaco, Francesco Fratellini),ci sono paletti chiari sui problemi del comparto in Umbria. Anche il Pd ha detto sì, si sono sfilati (uscendo dall’aula) Lega e M5S. Adesso quel documento verrà proposto ai consiglio comunali di altre città per dare una scossa su un tema chiave e sui cui la giunta Tesei si gioca parecchio per stessa ammissione dell’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni.
Da Bastia si mette in evidenza come «ai cittadini bisognerà spiegare il paradosso della Tari: diminuiscono i rifiuti ma la tassa è sempre più salata». Preoccupa da un punto di vista finanziario la disciplina dei crediti non riscossi. Che a Perugia, per esempio, sono una montagna. Eppoi c’è il nodo degli impianti. Ancora la penna rossa di Bastia: «Alcuni impianti di trattamento sono sotto utilizzati». Ma non solo: <<Si evidenzia, inoltre, una carenza di adeguate e moderne soluzioni e tecnologie per gestire sia il rifiuti urbano residuale sia gli scarti che provengono dalle operazioni di pulizia e preparazione al riciclo, ciò comporta un eccessivo utilizzo delle discariche le cui volumetrie residue
risultano essere in rapido esaurimento ». Ecco che così, con garbo e parole tecniche, Bastia si apre il fronte della chiusura del ciclo. Il nodo dei nodi sui cui la Regione si gioca le carte del nuovo piano.

Lu. Ben.

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