Questa dunque la richiesta formulata dal pubblico ministero Gemma Miliani nei confronti di Michele Medici, il tifoso del Bastia finito sotto processo con la pesantissima accusa di tentato omicidio per quel sasso lanciato durante gli scontri al termine di un Bastia-Foligno di sette anni e mezzo fa (6 aprile 2014, gara di serie D finita 1-0 per i biancazzurri) che ha quasi ammazzato Massimiliano Antonelli, tifoso biancazzurro finito in coma e salvato solo grazie a un’operazione alla testa.
Entrambi, assieme ad altri tredici fra ultrà di Bastia e Foligno, sono sotto processo anche per rissa aggravata. Un reato per il quale il pm ha chiesto, al termine della discussione, pene di un anno. Oggi, dopo una camera di consiglio che dovrebbe iniziare in tarda mattinata, è prevista la sentenza.
GLI IMPUTATIAd attendere la sentenza, oltre allo stesso Medici, ci sono Daniele Fortini, Matteo Calzuola, Mattia Bazzucchi, Davide Falcinelli, Nicola Bianchi, Massimiliano Antonelli, Stefano Donati, Michelangelo Battistini, Nicola Palini, Elia Santarelli, Roberto Giglioni, Giordano Bruschi, Antonio Marco Morlino e Michele Menichini.
Oltre all’accusa di rissa aggravata, c’è anche chi dovrà rispondere anche del lancio di un fumogeno e l’utilizzo di un bastone e di una cintura fatti roteare «con insistenza in direzione della tifoseria avversaria pertanto in modo da creare concreto pericolo per le persone».
GLI SCONTRIDurante le indagini le forze dell’ordine (degli incidenti c’è anche un filmato) hanno scoperto che, in qualche modo, da Bastia il gruppo di ultrà che allora frequentava il Comunale, i Mad Boys, avevano in mente di aspettare i folignati. Almeno uno di loro visto che sul profilo Facebook qualche sera prima della partita aveva scritto «Domenica le m…arriveranno…Noi saremo lì che li aspetteremo!!! Il vero bastiolo sarà lì che li aspetterà!…». Frasi chiarissime di quello che qualcuno aveva progettato per la domenica seguente. Tre mesi dopo scattarono gli arresti di cinque tifosi del Bastia, mentre uno del Foligno era stato arrestato con la norma dell’arresto differito qualche ora dopo la violentissima rissa. Le immagini degli scontri avevano infatti inchiodato Stefano Donati con un tubo di plastica in mano. E fioccarono anche i Daspo.
Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Crisi (che ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito) Luca Maori, Delfo Berretti e Giovanni Picuti.
Mi. Mi.

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