LA STORIA

«È un anno che Samuele è stato ucciso. Inutile spiegare quanto sia dura la sua assenza». A parlare è mamma Sonia visto che stamattina, un anno fa, in un fosso di Sant’Andrea delle Fratte è stato ritrovato il corpo senza vita di Samuele De Paoli, il 22enne di Bastia morto per una lesione al nervo vago causato da una colluttazione con una prostituta. Per quel decesso è sotto indagine Pinheiro Reis Duarte Hudson, trans 44enne di origine brasiliana nota come Patrizia, che ha sempre raccontato seppur in diverse versioni di essersi difesa dall’aggressione di Samuele.

Ma dopo un anno, a un mese dalla fine della proroga delle indagini, la procura non ha ancora reso noto come proseguirà il procedimento, dopo una battaglia di consulenze e di ricordi tra gli avvocati Valter Biscotti e Ilaria Pignattini che assistono la famiglia e l’ avvocato Francesco Gatti, legale di Patrizia.

Tempi lunghi che pensare a un’attenta cautela del procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini che dal primo istante ha voluto essere sicuro di come siano stati andate le cose quella notte, fuori da quella Panda rossa in cui Samuele aveva fatto salire Patrizia e dove sarebbe iniziato la lite , finita con lesione al volto e costole fratturate per la prostituta e purtroppo il tragico decesso del giovane. La 44enne ha parlato di botte con un bastone («Mai trovato e sequestrato», ripete la famiglia) e – se è vero che i corpi parlano – in effetti le sue ferite racconterebbero di un’aggressione subita, fino alla lesione letale per Samuele, a dieci secondi di stretta intorno al collo.

La procura non ha mai ritenuto necessario misure cautelari e si resta quindi in attesa della chiusura delle indagini. Mentre una mamma (e due fratelli) segue solo «verità e giustizia», come riportava anche uno striscione al Curi pubblicato durante l’ultima partita del Perugia. Che sia stato un omicidio preterintenzionale, come vorrebbe la famiglia, un eccesso colposo di legittima difesa o soltanto una disperata e disgraziata mossa difensiva, seppur letale, per adesso lorà deciderà la procura.

Mentre gli avvocati Biscotti e Pignattini ribadiscono comunque «le varie contraddizioni» in cui è Patrizia durante gli interrogatori (compresa la presenza di una terza persona, mai provata) e la mancanza del famoso bastone sulla scena del delitto. Oltre alle parole dell’uomo che ha riaccompagnato la 44enne a casa che ha raccontato di una prima versione a caldo di un tentativo di rapina con l’aiuto del fantomatico terzo uomo. «Allo stato degli atti scrivono i -, l’unico elemento, anche non marginale, sul quale risulta possibile svolgere brevi considerazioni afferisce all’evidente inattendibilità dell’indagato».

Una posizione chiaramente contestata dalla difesa di Patrizia: «Gli atti dicono che la mia assistenza si è difesa dice l’avvocato Gatti -. C’è il dolore forte per la tragedia incommensurabile di un ragazzo morto a 22 anni, per cui da sempre siamo vicini alla famiglia. Ma gli atti raccontano di un’azione di difesa. Le misure cautelari? Non ce ne sono mai state le esigenze: Patrizia ha dimostrato la sua regolarità e di non voler sfuggire alla giustizia, rispetto a un’ipotesi che si è andata sempre più dimostrando come difensiva».

Egle Priolo

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