Alvaro Fiorucci Gli anni ’70 sono agli sgoccioli e Bastia Umbra è tra i comuni italiani con il più alto reddito pro-capite. Sono il commercio e l’artigianato a tanta ricchezza tra i suoi cittadini. La camorra ei suoi derivati ​​locali lo sanno. Conoscono anche il modo di fruttare al meglio per loro tornaconto la situazione.
Con il pizzo, ovviamente. Le vittime del ricatto sono già diverse, ma nessuna fiata. Tocca al sindaco, Alberto La Volpe, socialista per cultura e giornalista per mestiere, squarciare il velo di silenzio che più che di omertà sa di tirare a campare senza noie. Dallo scranno più alto dell’assemblea municipale avverte gli altri politici del rischio dell’inquinamento economico e sociale e chiama coloro che sanno alla mobilitazione: ribellatevi soli intimidazioni , denunciate, segnalate, non visceremo soli. Confronta così una figura che si considera , sbagliando, propria di altri contest e presente ad altre latitudini. La figura di chi mette e impegno personali nella non facile faccia di frantumare sul nascere i piani, piccoli o grandi che siano, della criminalità organizzata. Insomma, un sindaco antiracket. Alberto La Volpe è nato a Napoli, ma dal 1963 è a Roma, alla Rai. Con Biagio Agnes e Sandro Curzi fa nascere il tg3, poi passa agli speciali del Tg1, quindi va a dirigere il tg2. Non è un mezzobusto, è uno che fa la macchina. Ancora qualche anno e nel 1994 entra in Parlamento con i Progressisti, deputato e più volte sottosegretario. Per dieci anni, dal 1970 al 1980, è sindaco di Bastia Umbra, un ruolo che svolge senza abbandonare l’attività giornalistica. È dalla primavera del 1976 che ogni tanto una vetrina di negozio viene fatta a pezzi o un ingresso di azienda prende fuoco. Succede anche che spesso tra posta ci siano lettere strane e che al telefono si ascoltino voci contraffatte che propongono e impongono. Sono in pochi farlo, ma qualcuno denuncia gli anonimi che offrono protezione per tenere lontano i guai che altrimenti sicuramente arriveranno. C’è dunque all’opera un racket, forse spinto da quei dati della Banca d’Italia che, poco tempo prima, hanno una città ricca. E c’è come una cappa che incombe su una buona fetta dell’economia. I carabinieri indagano e sostenere la collaborazione della gente, di vittime e di eventuali testimonianze. Sono più di venti i commercianti sotto scacco. Servire un tramite che faccia da ponte tra la giustizia e le vittime che pagano in silenzio. Il sindaco Alberto La Volpe analizza la situazione, ne intuisce la pericolosità, si spende come può. Interventi in Consiglio comunale, assemblee con le categorie a rischio. Dai palazzi della regione, si fa sentire il presidente Germano Marri: Il fenomeno esiste da tempo, ma è difficile raccoglierne le prove perché la paura impone di tacere; invece bisogna reagire con fermezza. È dunque partita una campagna inedita , una sorta di prima controffensiva delle istituzioni contro un nuovo nemico. La campagna è convincente, evidentemente. In pochi mesi gli inquirenti acquisiscono gli elementi necessari per definire l’intero gruppo degli estorsori . Sono una quindicina e tutti giovanissimi. Sono, per la gran parte, figli dinti obbligati o di soggiornanti provenienti dalla Campania. Figli di un ambiente difficile con in testa l’idea che l’arricchimento facile , con l’emulazione dei più grandi, non è un miraggio. Arrestati ,alcuni confessano, altri negano. Ci saranno condanne e assoluzioni. La cappa che aveva sorpresa, ammutolito e indignato una comunità intanto si è allontanata. Alberto La Volpe è morto il 16 maggio 2017. Aveva 83 anni.
Alvaro Fiorucci

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