L’avvocato della famiglia, Biscotti: «La trans era stata espulsa più volte». L’avvocato di Patrizia: «In Brasile sarebbe perseguitata»
«Fa molto male a mamma Sonia e alla famiglia di Samuele, che non crede minimamente alla ricostruzione dell’indagato, sposata in toto dalla Procura, e continuare a vederlo ogni sera per strada a prostituirsi con l’ipotesi che tutto potrebbe risolversi con una multa». La famiglia di Samuele De Paoli (foto grande), il 22enne trovato senza vita in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte il 28 aprile 2021, si oppone alla richiesta di archiviazione dell’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti della trans Patrizia (44 anni, al secolo Hudson Pinheiro Reis Duarte), chiesta dalla Procura. Gli avvocati dei familiari di Samuele, Valter Biscotti e Ilaria Pignattini, «acquisiti gli atti d’indagine rimangono fermi ancora di più nelle loro convinzioni di rifiuto della richiesta di archiviazione proposta dalla Procura. Ci sono ancora molti punti oscuri che l’indagine non ha a chiarito rimanendo la procura ferma alla credibilità dell’indagato». «Noi siamo convinti che l’indagato menta e continui a mentire sulla ricostruzione dei fatti – sottolineano ancora gli avvocati –. Ascoltando l’interrogatorio davanti al pm la nostra convinzione si è rafforzata: ha ripetuto con tono di voce ferma e convinta per una ventina di volte che c’era un’altra persona per poi cambiare versione dopo 4 minuti di interruzione. Nulla ci convince. La ricostruzione della Procura fa quasi apparire l’indagato come una povera vittima, mentre leggiamo più rapporti di polizia che descrivono una persona violenta arrogante e con più denunce a carico pendenti. Senza permesso di soggiorno con più provvedimenti di fermo identificazione ed espulsione dal nostro paese (l’ultimo di fine febbraio 2021 poche settimane prima dei fatti). Questo naturalmente – concludono i legali Biscotti e Pignattini – senza accusare nessuno delle forze dell’ordine e delle istituzioni che sul punto fanno un lavoro encomiabile. E’ il sistema delle espulsioni che non funziona». Ribatte l’avvocato Francesco Gatti, che difende la trans: «Per la sua permanenza illegale in Italia, Patrizia era stata processata e assolta, perché il fatto non costituisce reato: ha diritto di ottenere lo status di rifugiato in quanto in Brasile, sostiene il giudice che l’ha assolta, potrebbe essere vittima di persecuzione per la sua identità di genere. Non avrebbe dovuto essere in Italia? Forse, ma responsabile è il legislatore. Il fatto che non abbia ottemperato al provvedimento di espulsione e che Samuele sia morto sono due aspetti diversi. Per quanto riguarda l’interrogatorio davanti al pm, come abbiamo detto più volte, Patrizia ha parlato di un’altra persona perché riteneva che, sostenendo che erano presenti in due, avrebbe avuto minor responsabilità. Ora – conclude l’avvocato Gatti – resta solo il grande rispetto per il dolore di questa famiglia». AnnA

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