Il sottosegretario al ministero dell’Interno guarda già al futuro “Fondamentale l’unità del centrodestra, più sostanziale che formale”

L’esponente di FdI sul voto di Terni e il ko di Orlando Masselli “Passi indietro di qualche dirigente? Spetta a sensibilità dei singoli”

di Nicola Uras
PERUGIA Una sconfitta bruciante quella del centrodestra. Soprattutto perché a Terni è stata preceduta dalla travagliata decisione di non ricandidare il sindaco uscente Leonardo Latini. Certo, il centrodestra si consola con la riconferma di Luca Carizia a Umbertide e la conquista di Trevi quindici giorni prima. Ma Stefano Bandecchi con la sua Alternativa popolare che si prende come un caterpillar la seconda città dell’Umbria è un autentico terremoto nella politica locale con eco in tutta Italia. Soprattutto perché il prossimo anno ci sono in ballo una sessantina di comuni a primavera (tra cui Perugia, Foligno, Bastia e Orvieto) e la Regione in autunno. Così l’analisi del voto, ma anche gli sviluppi futuri, in casa proprio del centrodestra, li facciamo con Emanuele Prisco, deputato perugino per Fratelli d’Italia e sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno nel governo di Giorgia Meloni dallo scorso novembre. – Il centrodestra ha perso Terni: è stata una vittoria di Stefano Bandecchi o una sconfitta di Orlando Masselli e del centrodestra? Premesso che gli elettori hanno sempre ragione anche quando danno un voto di protesta, non cambia la sostanza. Certamente dovremo interrogarci come coalizione sugli eventuali errori fatti.Non la personalizzerei sui candidati, una campagna elettorale è fatta di tanti piccoli frammenti che realizzano il film. Intanto ci tengo a ringraziare Masselli per l’impegno e il coraggio dimostrato e faccio gli auguri al nuovo sindaco per un buon lavoro nell’interesse della città che merita giusta attenzione e non mi pare sia uno di sinistra.- Il primo step della sconfitta nel secondo capoluogo della regione è stato quello di non ricandidare Leonardo Latini? Non abbiamo la prova contraria, quindi… L’unico fatto è che se è vero che il centrodestra ha perso, non ha certo vinto la sinistra che in Umbria perde ancora terreno dopo Trevi.- Crede che di fronte a questa sconfitta il gruppo dirigente umbro del centrodestra debba fare una riflessione o anche un passo indietro? Una riflessione va sempre fatta per il resto attiene alle sensibilità dei singoli o alle valutazioni dei singoli partiti. Pur essendo andate bene le cose in provincia di Perugia il mio posto è sempre a disposizione del partito: a me interessa dare le risposte che i cittadini aspettano, i ruoli servono a questo. Altrimenti la politica diventa autoreferenziale. – Secondo lei il voto di Terni avrà ripercussioni sui candidati da proporre al Comune di Perugia e alla presidenza della Regione? Ogni comune ha una storia a sé, il centrodestra ha il dovere di costruire progetti che continuino sulla scia del cambiamento iniziato in Umbria dal 2014: idee chiare e persone credibili e poi vince la squadra e la capacità di raccogliere le migliori energie di un territorio. – Nei prossimi appuntamenti elettorali, sarà scelto il candidato con le caratteristiche migliori oppure quello che alle proprie spalle ha il partito con maggiori consensi? Sono criteri che aiutano a trovare una sintesi. Fondamentale è l’unità del centrodestra, più sostanziale che formale. La convinzione e non l’imposizione fanno sempre la differenza se non ci sono pregiudiziali strumentali. Ultima domanda, come valuta nel complesso il risultato del centrodestra in Italia? Il dato nazionale è molto positivo confermando la sintonia tra il governo Meloni e i cittadini che apprezzano le politiche del governo.

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