COMUNICATO STAMPA COMUNE DI BASTIA UMBRA
BASTIA UMBRA Un segnale importante di unità istituzionale è arrivato dal Consiglio Comunale di ieri sera, dove maggioranza e minoranza hanno sottoscritto e approvato congiuntamente un atto a favore della popolazione civile di Gaza.
L’iniziativa – che ha visto il pieno coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate in aula – nasce dalla volontà condivisa dapprima nella conferenza dei capigruppo di esprimere una condanna ferma per la drammatica crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza e di promuovere un impegno concreto in favore della pace, della tutela dei diritti umani e del sostegno alle vittime del conflitto.
Con l’atto congiunto, il Consiglio Comunale ha chiesto di:
• Organizzare istituzionalmente un nuovo appuntamento, analogo a quello del 5 Agosto, da tenersi entro l’anno, che possa consentire ai cittadini di Bastia Umbra e non solo di comprendere la situazione di Gaza e dei territori occupati in Palestina;
• Promuovere una campagna informativa sull’iniziativa da diffondere mediante tutti i canali social dei gruppi consiliari politici;
• Rinunciare ad uno o più gettoni di presenza, o parte della propria indennità, per devolverli a sostegno della popolazione di Gaza, dandone comunicazione individuale alla segreteria.
L’iniziativa sarà coordinata dalla Presidente del Consiglio Comunale mediante la Conferenza dei Capigruppo, e comunicando l’inizio della raccolta fondi in Consiglio Comunale e la conclusione della somma raccolta; che sarà devoluta all’associazione Emergency Ong Ets, soggetto di comprovata affidabilità e capacità, presente dal 2024 con la clinica di al-Qarara nella Striscia di Gaza, tenuto conto che le offerte raccolte attraverso l’iniziativa del 5 Agosto sono state devolute a Medici Senza Frontiere e Assopace Palestina.
In un momento in cui il conflitto semina solo morte e disperazione, riteniamo doveroso, come istituzione, prendere posizione per affermare i valori della pace, della giustizia e della solidarietà umana.
Un’iniziativa che dimostra come, di fronte a tragedie umanitarie, sia possibile mettere da parte le divisioni politiche per parlare con una sola voce.
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