Molto male fanno anche Perugia, Umbertide e Bettona. Il motivo? Nell’organico finiscono, caso italiano da record, i pannolini. Promossa Bastia, ma non basta per salvare gli altri.

PERUGIA Si racconta di una seduta un po’ agitata ieri mattina all’Auri, nato, ancora in culla e non decollato. E così sono ancora legge le parole degli Ad. Prendete quello numero 2 del Perugino, quello che ricorda le novità dei decreti sull’inceneritore. Sempre il 13 ottobre e sempre il direttore, Maria Angela Moriconi, informa i Comuni non solo che per il refitting della discarica di Borgogiglione non c’è bisogno della procedura di Valutazione di impatto ambientale; ma che c’è stata la richiesta di una proroga per il funzionamento in modalità bioreattore. Fino a oggi, però, non c’è alcun atto della Regione per l’ennesimo via libera. Contestualmente l’Ati 2 si è informata (proprio per la situazione di Borgogiglione) dagli Ati 3 e 4 se ci fosse la disponibilità per accogliere rifiuti. Ha detto un sì di massima la Sao titolare dell’impianto privato a Orvieto. Ma ha fatto sapere, poi, che non c’è spazio per novembre e dicembre per il trattamento della Forsu, cioè la frazione organica umida della frazione organica. C’è chi ha messo in fila lettera e dati. Per la Forsu a Borgoglione ci sarebbero ancora 6mila metri cubi residui di spazi se non arriva la proroga. Tempo di esaurimento? Una ventina di giorni. Possibile? La proroga in corso scade a fine mese.
Intanto Cittadinanzattiva e Legambiente, su dati Arpa, bocciano la qualità dell’organico raccolto in Umbria. Dove non si fa il porta a porta la qualità della raccolta è scadente, addirittura Todi (bocciato in ogni classifica ambientalista) raccoglie più materiale non compostabile (soprattutto plastica) che materiale compostabile (cioè vero organico), ma molto male fanno anche Perugia, Umbertide e Bettona. Il motivo? Nell’organico finiscono, caso italiano da record, i pannolini. Promossa Bastia, ma non basta per salvare gli altri.
Luca Benedetti

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