LA POLEMICA DI BASTIA
di ADRIANO CIOCI
BASTIA – E’ iniziata la terza ed ultima fase del ripristino del monastero di Sant’Anna. La struttura, gravemente danneggiata dal terremoto del ’97, è stata in questi anni oggetto di complicati interventi che hanno completamente restituito le parti interne.
Pezzo dopo pezzo sono tornati alla piena fruibilità le celle delle suore, la foresteria, la biblioteca, la sala del capitolo, la chiesa e la cucina. In questo programma sono stati inseriti anche due elementi di richiamo: il restauro dello sperone medievale, presto oggetto di visite guidate, e l’allestimento di alcuni ambienti per l’ospitalità povera.
Ma l’attenzione e la curiosità dei cittadini si sta ora concentrando sull’avvio dei lavori di consolidamento delle mura esterne, già ingabbiate dalle impalcature.
Operazione che molti definiscono delicata anche in virtù di qualche passata polemica tra chi proponeva di nascondere la pietra viva con opportuna ricopertura ad intonaco e chi, i più, asseriva di lasciare le facciate come la storia le aveva tramandate.
Il perimetro di questa parte di Rocca Baglionesca, adiacente al monastero benedettino, è un raro esempio a Bastia di come si coniugava l’arte di fortificare utilizzando le grandi pietre provenienti dal vicino fiume Chiascio.
«Non potevamo disperdere una testimonianza così pregnante – dice suor Cecilia, badessa a Sant’Anna – così abbiamo pregato e anche molto insistito verso le autorità preposte affinché si lasciasse, in fase di consolidamento, la naturale facciata».
I bastioli potranno tirare un sospiro di sollievo.
«Proprio così – continua la suora – perché interpretando la volontà popolare abbiamo ottenuto le debite assicurazioni».
I lavori procederanno con ritmo piuttosto veloce: se ne prevede il completamento entro la fine della primavera, anche se il calcolo definitivo del risanamento esterno potrebbe superare l’importo dei 520.000 euro già impegnati dalla Regione per il terzo stralcio di intervento.
In tale pacchetto è inserita anche la bonifica del comparto, attraverso la demolizione di alcune strutture fatiscenti aggrappate alle mura e l’abbassamento dell’antiestetica torretta.
Rimane da sciogliere il nodo dell’abbattimento del brutto cavalcavia sopra Via della Rocca, che collega il monastero con l’orto delle suore. Anche qui se ne auspica l’eliminazione per ridare piena dignità all’intera area.
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