Bastia, alla fiera scuole protagoniste: 60 istituti agrari arrivati da tutta Italia
Tre giorni di mostre, dibattiti e affari Le aziende chiedono spazi maggiori

IL BILANCIO

BASTIA UMBRA Ieri sera alle 19, all’UmbriaFiere, chiusura dei cancelli di Agriumbria sull’onda di un successo che da annunciato si trasforma in effettivo. Quella che a ragione viene considerata la festa dell’agricoltura italiana può mettere nel bilancio consuntivo grandi numeri che, quando saranno verificati i dati del botteghino, si attesteranno intorno alle 90mila presenze. Agriumbria riesce a superare le altre analoghe manifestazioni per il target che prevede una doppia vocazione quella degli affari, dalla quale una manifestazione fieristica non può prescindere, e quella della festa popolare che sa accogliere e soddisfare le attese di molti. «Agriumbria è il luogo di incontro delle persone interessate all’evoluzione della nostra agricoltura, gente interessata alla ricerca di un equilibrio uomo terra ha affermato Stefano Ansideri, presidente di Umbriafiere spa con soddisfazione in chiusura di manifestazione». «Sono stati tre giorni intensi, belli e stimolanti – prosegue – anche e soprattutto per il livello del dibattito e delle proposte messe in campo dalle associazioni di categoria, dalle istituzioni e dagli enti, partner dell’evento, che ringrazio». «Agriumbria spiega – rappresenta, meglio di ogni altra azione di promozione o di marketing, lo spot migliore per le nostre imprese agrozootecniche, che hanno l’occasione di mostrarsi direttamente e senza mediazioni a famiglie e consumatori».«A differenza delle precedenti edizioni dove il pubblico dei non addetti ai lavori (famiglie) si concentrava nella giornata di domenica precisa commentando Ansideri – quello che possiamo dire è che in questo 2024 è stato presente già dalla prima giornata, e mi auguro che nel 2025 si possa dare risposta alle tante imprese che fanno domanda, ma che restano fuori per questioni di spazio».Un occhio alle nuove generazioni certificato dall’elevato numero, degli Istituti scolastici agrari, oltre 60, arrivati da tutta Italia in visita studio. Doppia la vocazione, affari e festa popolare che, a detta degli operatori, è difficile trovare in altre fiere dedicate all’agricoltura. Due anime che rappresentano la forza, sia in termini numerici che di qualità della proposta commerciale, di questo grande evento. Fiore all’occhiello di Agriumbria è il comparto zootecnico, un settore considerato il primo a livello nazionale. Non è un caso quindi che Agriumbria abbia attivato un Osservatorio per il consumo carni i cui dati dicono che in Italia si consumano 79 chilogrammi pro capite. Cala, quindi, del 2% il consumo di carne e aumenta invece del 7% quello delle carni da filiera. A trainare il calo sono soprattutto le carni rosse, in particolare bovina (-4%), che rimane quella più consumata in Italia, e la suina (-3%), mentre la carne bianca registra una leggera crescita (+1%). Se invece si guarda al consumo globale di carne è in aumento. Si stima che nel 2023 abbia raggiunto 354 milioni di tonnellate, con una crescita del 22% rispetto al 2010. La carne più consumata al mondo è quella di pollo seguita da carne suina e bovina.Altro pregio riconosciuto alla manifestazione di UmbriaFiere dai principali operatori italiani del settore, è la considerazione che qui trovano il luogo principe per accordi, contratti e sinergie. Di conseguenza non è un caso che i visitatori provengano da tutta l’Italia, con prevalenza dal Centro Sud, e che tra gli operatori ci siano famiglie con bambini che hanno letteralmente invaso le corsie degli animali.

Luigi Foglietti

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