LA STORIA

Due anni di maltrattamenti e vessazioni, tra insulti e tirate d’orecchio davanti a clienti e colleghi. Per questo è finito sotto processo un ex direttore della sede di Bastia di una nota catena di bricolage, accusato di atti persecutori nei confronti di un dipendente disabile. Invalido civile al 46 per cento, tra il 2016 e il 2018, sarebbe stato redarguito con modi considerati vessatori dalla procura che gli contesta «condotte reiterate, convergenti nell’esprimere ostilità e preordinate a mortificarlo, discriminarlo e ad isolarlo nell’ambiente di lavoro». E ieri in aula, davanti al giudice Marco Verola si è presentato il dipendente che lo ha denunciato ai carabinieri e ha ricordato gli anni di rimproveri pure per il taglio di capelli e addirittura di minacce, per i frequenti permessi e le richieste avanzate dal dipendente.

GLI ATTI

Agli atti del processo anche un messaggio inviato a un collega con l’invito del direttore «a non dargli confidenza, dobbiamo isolarlo, deve impazzire». Messaggio di cui però, di inoltro in inoltro, non risulta ancora provata l’effettiva paternità. Con l’imputato, difeso dagli avvocati Stefania Farnetani e Francesco Gatti, che mira a dimostrare la correttezza del proprio operato, con il suo potere direttivo e disciplinare confuso con i maltrattamenti. Maltrattamenti per cui il dipendente ha in effetti denunciato tutti i superiori dal 2014 al 2021, con le contestazioni diventate processo solo per il manager 53enne, dal 2018 trasferito in un’altra sede. Il processo proseguirà per ascoltare i testimoni della procura il prossimo 9 gennaio, il fascicolo è del pm Giampaolo Mocetti, ma ieri in aula a sostenere l’accusa c’era il sostituto procuratore Mario Formisano. Egle Priolo

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