La mamma di Samuele De Paoli commenta la decisione della Procura generale di avocare a sé l’indagine

PERUGIA «Non me lo aspettavo. Dopo tutto questo calvario non credevo più che qualcuno avesse a cuore Samuele, che volesse fare chiarezza sulla sua morte. Vedo una piccola luce». Sonia Sorbelli ha accolto con soddisfazione la notizia che la Procura generale ha avocato a sé le indagini sulla morte di suo figlio, Samuele De Paoli, trovato cadavere il 27 aprile del 2021 in un campo a Sant’Andrea delle Fratte. «Il mio Sami non me lo ridarà nessuno, ma è giusto che si sappia quello che è successo davvero. Perché – continua mamma Sonia – io sono convinta che la verità non sia quella che ci è stata raccontata fino a oggi. Anzi, faccio un appello: chi sa parli, è il momento giusto per farlo». «A me sembra ieri – dice nacora Sonia Sorbelli – quando mi ha detto ’Ciao ma’, ci vediamo a cena’. Spero che ora la verità arrivi, io ci conto. Credo nella giustizia che non mi ha tradito e questa novità lo dimostra. Non si può morire così a ventidue anni, non deve accadere a nessun altro, mai più. Ma per fare in modo che non succeda più, bisogna scoprire la verità». Come Samuele De Paoli sia morto «allo stato e salvo successivi ulteriori accertamenti, sembra meritevole un approfondimento investigativo». Lo sostiene il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, che ha avocato a sé le indagini sulla morte del 22enne di Bastia Umbra, per la quale la Procura della Repubblica aveva chiesto l’archiviazione dell’ipotesi di omicidio preterintenzionale. Accusa per la quale era stato indagato Pineiro Reis Duarte Hudson, transessuale brasiliana conosciuta come Patrizia. Il 4 novembre, ricostruisce il procuratore generale, dopo aver avuto notizia – il 31 ottobre – dal gip della fissazione dell’udienza di opposizione all’archiviazione avanzata dai familiari di Samuele (assistiti dagli avvocati Valter Biscotti e Ilaria Pignattini), la revoca della richiesta di archiviazione formulata dalla Procura, per assumere la «direzione» di ulteriori approfondimenti. Da qui la decisione del giudice di revocare l’udienza già fissata, anche se «fino a questo momento la Procura generale non è ancora a conoscenza del provvedimento del gip di revoca dell’udienza né, tanto meno, in possesso del fascicolo del procedimento. Una volta che questo procuratore generale avrà la disponibilità del fascicolo, potrà compiutamente svolgere le attività investigative ritenute utili ai fini delle sue determinazioni».Nulla cambia per la difesa di Patrizia, aveva commentato l’avvocato Francesco Gatti: «Abbiamo motivo di ritenere che dopo che la Procura generale avrà consultato gli atti non potrà che pervenire alle medesime conclusioni cui è giunta la Procura: Patrizia si è solo difesa e non voleva uccidere De Paoli in alcun modo».Annalisa AngeliciLuca Fiorucci

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