Dopo il calendario senza veli, la storia su Verissimo
Claudio Bianconi
BASTIA UMBRA – Come una bella favola a lieto fine, il sogno, nei progetti il primo di una lunga serie che di certo non si interrompe qui, si è avverato. Cinzia Passeri, la donna trentaquattrenne che ha posato seminuda in un calendario da lei ideato e finalizzato a salvare la sua azienda dalla bancarotta, apparirà in un dettagliato servizio che con tutta probabilità andrà in onda lunedì prossimo nel corso di “Verissimo”, il popolare rotocalco televisivo di Canale 5 condotto da Cristina Parodi, dalle 17,15 alle 19. La troupe di Canale 5, al seguito della giornalista della redazione di Milano, Paola Bartocelli (cameraman Massimo Mantovani e ingegnere audio Andrea Lucci), ha lavorato per l’intero pomeriggio di ieri con la giovane maglierista di Torgiano. I giornalisti sono arrivati presso il negozio di Cipresso di Bastia Umbra, poco dopo le 14,30 dopo un travagliato viaggio contrassegnato da improvvisi cambiamenti di programma a causa della nebbia incontrata. Le prime riprese video sono state realizzate all’interno del negozio di Cinzia, in quello che oramai è diventato il suo quartiere generale. Dopo le immagini realizzate all’interno del negozio, è stata la volta del parco lungo il fiume Chiascio, lo stesso dove la donna ha posato per le foto del calendario. E lì Paola Bartocelli ha iniziato il suo lavoro più prezioso: la realizzazione di una lunga intervista con la ex façonista torgianese sulle motivazioni che la hanno spinta alla realizzazione del calendario e, più in generale, sulla sua vita. Dopo il parco del fiume di Bastia Umbra, la troupe si è spostata nel laboratorio di Cinzia Passeri, a mezza via tra Bastia e Torgiano. Lì l’intervista è proseguita tra le macchine che Cinzia usa per realizzare i capi del suo marchio. Più tardi la troupe ha visitato alcune delle edicole che commercializzano il calendario di Cinzia Passeri. Lei stessa ne ha curato la distribuzione nei punti vendita di Bastia Umbra e in alcuni di Perugia. La maglierista torgianese con le vendite del calendario si propone di promuovere il suo marchio “Mattay” che produce capi in cachemire. Se la vendita dovesse ottenere i risultati sperati, il ricavato di altre duemila copie dello stesso calendario sarebbe devoluto ai bambini asiatici colpiti dallo tsunami.
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