L’accusa: gestione illecita di rifuti zootecnici. Il giudice per le udienze preliminari “scagiona” sei indagati
BETTONA – Una nuova sentenza favorevole alla Codep, il consorzio che gestisce lo smaltimento dei rifiuti zootecnici degli allevamenti di Bettona e i cui vertici sono finiti sotto inchiesta (indagata anche l’ex giunta, poi prosciolta al termine dell’udienza preliminare della maxi inchiesta per la quale si tornerà in aula a marzo). Nel procedimento per un episodio specifico, poi riunito nell’inchiesta madre che ha ipotizzato l’esistenza di un’associazione a delinquere che gestiva lo smaltimento irregolare dei residui zootecnici, di presunta gestione illecita dei rifiuti zootecnici, erano sotto inchiesta l’allora presidente del consorzio, 2 consiglieri del tempo, 2 autotrasportatori e il titolare di un’azienda agricola che avrebbe ricevuto il materiale di scarto per poi smaltirlo in modo irregolare. Agli indagati era stato contestato anche il reato di falso in relazione ai documenti di trasporto dei carichi. Accuse che come detto, il giudice per le udienze preliminari, Luca Semeraro, dopo alcune ore di camera di consiglio, ha ritenuto non sussistenti e ha così prosciolto cinque delle persone coinvolte e assolto la sesta che aveva chiesto di essere giudicata con rito abbreviato.
L’inchiesta ipotizzava, come detto, conferimenti non autorizzati di rifiuti zootecnici. Proprio nella differenza tra rifiuto e reflui e nei paletti imposti dalla normativa, si gioca la partita tra accusa e difesa. Perché in base a come vengono classificati da un punto normativo gli scarti di produzione, diverse sono le procedure per il loro smaltimento, diversa, è quindi, la valutazione delle azioni contestate.
Per, questo, per i fatti specifici come per tutto il “caso” Codep sarà importante attendere le motivazioni delle decisioni del gup spiegano le difese -perché potrebbero esserci delle ripercussioni, e le conferme di quanto sempre sostenuto dalle parti coinvolte, anche nel filone principale. Ma per valutare questo aspetto, ci sarà ancora tempo. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Alessandro Bacchi, Francesco Falcinelli, Pietro Gigliotti e Diana Iraci.

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