L’esponente del gruppo misto evidenzia le prescrizioni individuate dalla Soprintendenza

BASTIA UMBRA Vengono al pettinei nodi sul piano Franchi: è questa la tesi del consigliere comunale del gruppo misto Fabrizia Renzini, dopo aver letto le dichiarazioni dell’assessore Francesco Fratellini, che lascerebbero presagire un imminente avvio dei lavori nell’area per la realizzazione del sottopasso di via Firenze e la costruzione di cinque palazzine “social housing, oltre a un edificio a destinazione commerciale e opere viarie. “Frasi – dice la Renzini – che si ripetono da tre anni, einvece ci troviamo ancora di fronte a un’altra variante al piano attuativo richiesta non dal soggetto attuatore, bensì dalla Soprintendenza ai beni culturali per il vincolo paesaggistico ivi presente e ad un’altra misura di sicurezza imposta dall’Autorità di bacino del Tevere per contenere le eventuali esondazioni del Tescio”. Renzini ammette che “diminuisce la volumetria per l’eliminazione temporanea della sesta palazzina ad uso abitativo originariamente prevista (anche sela società esecutrice ha il diritto di edificarla altrove seppur all’interno dello stesso piano urbanistico), ma – aggiunge – aumentano le prescrizioni richieste dagli Enti sovraordinati a tutela di quest’area; in particolare, la richiesta di del fiume Tescio mediante la costruzione di un argine blocca, nella sostanza, l’avvio dei lavori del sottopasso di via Firenze”. A questo proposito “chi – si chiede Renzini – realizzerà il prescritto argine i cui costi sono stimati in circa 500-600 mila euro e sono, a tutti gli effetti, non contenuti negli obblighi (economici) assunti dall’attuatore nei confronti del Comune? Il Comune, ma con quali soldi? La società esecutrice non è tenuta (e non si vede perché dovrebbe farsi carico di un’opera pubblica)e la Regione -investita all’ultimo secondo – potrebbe contribuire ma solo metà della cifra”.

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