PATRICIELLOCOMUNICATO STAMPA

“Ambiente e salute: una testimonianza dalla terra dei fuochi”: questo il tema della tavola rotonda svoltasi sabato 9 maggio a Bastia per iniziativa dell’Uvisp, organismo non governativo fondato da p. Giorgio Roussos, con sede presso la zona industriale ovest – settore H. In tanti – tra i quali il sindaco Stefano Ansideri e il vice Francesco Fratellini – hanno ascoltato con estremo interesse la testimonianza di don Maurizio Patricello, parroco del quartiere Parco Verde di Caivano (NA) e uno dei simboli della battaglia condotta nella cosiddetta Terra dei Fuochi, tra la campagna a nord di Napoli e quella a sud di Caserta, disseminata di spazzatura, roghi e rifiuti tossici interrati. Veleni che stanno inquinando le falde acquifere, i terreni, l’aria. Complici la camorra, gli industriali criminali e i politici corrotti, le campagne rese fertili dal Vesuvio sono diventate autentiche fabbriche di morte. Tra i circa due milioni di abitanti la mortalità per tumore è quasi doppia rispetto al resto del Paese (+ 47%). Ora sappiamo – ha detto don Patricello – che la vera tragedia è lo smaltimento illegale e tossico dei rifiuti industriali. Negli ultimi 23 anni sono confluiti in quest’area almeno 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni tipo. I fanghi di Porto Marghera, quelli dell’Acna di Cengio, gli scarti industriali di molte fabbriche del Nord Italia sono finiti interrati in Campania. E’ urgente fermare una volta per tutte le persistenti attività di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti che ancora oggi si continuano a verificare in quest’area. E’ necessario bonificare i siti inquinati e riaffermare la legalità, combattendo in modo efficace la criminalità ambientale. Più volte minacciato dai clan camorristici, don Patricello continua senza paura a denunciare questo incredibile disastro ambientale e sociale e ci ricorda che la salvaguardia del creato è un dovere morale. Come ha detto Papa Francesco, c’è bisogno di un’ecologia umana.

 

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