Scontri Bastia-Foligno, il tifoso accusato di tentato omicidio si difende dal giudice

BASTIA UMBRA – Ha lanciato il sasso che gli era stato tirato contro senza neanche guardare dove lo gettava, senza l’intenzione di colpire qualcuno, senza aver preso la mira, senza voler far male a qualcuno. Voleva solo scappare il più lontano possibile ed evitare che il suo amico finisse coinvolto negli scontri con il gruppo numeroso di tifosi folignati. Michele Medici, 27 anni di Bastia, è in carcere con l’ accusa di aver tentato di uccidere il tifoso del Foligno, ferito durante gli scontri alla fine della partita tra il Bastia e il falchetti. Era il 6 aprile scorso. Il tifoso biancazzurro era stato colpito alla testa, appunto, da una pietra, durante gli scontri, scatenati, secondo quanto ricostruito dalle indagini, dal lancio di alcuni fumogeni e da uno scambio di offese quando i tifosi ospiti erano già sulla via del ritorno.
Alla provocazione dei tifosi bastioli, ricostruisce il gip Carla Giangamboni che ha emesso cinque ordinanze di custodia cautelare, quelli del Foligno hanno reagito, arrivando a contatto nel parcheggio dello stadio. C’era chi impugnava bastoni e tubi di gomma, chi le cinture. Volavano – hanno raccontato diversi testimoni pietre e bottiglie, finché un uomo non è rimasto a terra in una pozza di sangue.
Digos e commissariato di Assisi, da aprile, hanno ricostruito quanto avvenuto e individuato i presunti responsabili tra la tifoseria di casa (delle responsabilità dei supporter in trasferta si sono occupati i carabinieri), attribuendo al 27enne la responsabilità del grave ferimento del tifoso, per giorni in prognosi riservata. Il ragazzo, difeso dagli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti, ieri è stato interrogato per due ore, confermando quanto aveva già detto agli inquirenti che io avevano interrogato: era stata una reazione, ma non era intenzionato a colpire qualcuno, aveva lanciato il sasso senza guardare, mentre stava scappando. Quando la notizia del ferimento di un tifoso folignate si era diffusa – ha spiegato al giudice – ha collegato i due fatti: lui aveva lanciato una pietra proprio nella zona dove c’era stato il ferimento. Era alta la probabilità che, non volendo, fosse stato lui. Era un timore spiega l’avvocato Berretti – non una certezza. E di questa paura aveva parlato con gli altri indagati. A conclusione dell’interrogatorio, l’avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare in carcere o la sua sostituzione. Ora, in attesa del parere del pm, si attende la decisione del gip, Interrogatori anche per gli altri arrestati che si trovano ai domiciliari (sono difesi dagli avvocati Barbara Romoli, Evian Morani, Michele Cotogno, Daniela Pettinelli, Francesca Fioretti).

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