La titolare del ricovero pubblicizzato su internet: “Nessun allevamento, solo cinque gatti da esibizione”
Per il Comune di Bettona e l’Asl condizioni igieniche pericolose per le persone

di UMBERTO MAIORCA

BETTONA – I problemi ambientali a Bettona non sono dati solo dai maiali, anche i gatti vogliono la loro parte.
Così il vice sindaco, con un’ordinanza dispone “l’immediata dismissione dell’allevamento di gatti che non risulta autorizzato dall’Usl 2 di Perugia; l’immediata pulizia e sanificazione delle aree interne ed esterne dell’edificio compromesse igienicamente dalle deiezioni animali e dalle esalazioni odorigene delle stesse, la possibilità di detenzione di animali da affezione strettamente subordinata al rispetto delle norme igienico sanitarie e del benessere animale”. La titolare del “gattile” non ci sta a fa ricorso al Tribunale amministrativo per tenere aperto il ricovero per felini.
La chiusura della struttura era stata disposta dopo un sopralluogo del servizio sanitario pubblico. Nella relazione si descrive una situazione di degrado con “presenza di numerose e nauseabonde deiezioni solide e liquide di animali (cani e gatti) lungo i marciapiedi ed il piazzale di pertinenza dell’edificio e sulle scale di accesso agli appartamenti nonché sul terrazzo del primo piano”. Per i veterinari dell’Asl erano “ampiamente accertate nei confronti delle persone residenti (ed in particolare dei bambini pure presenti nell’edificio) le gravi condizioni di esposizione al rischio di malattie contagiose ed infettive e sollecitato l’immediata adozione di un provvedimento di dismissione del non autorizzato allevamento di gatti, così come da essa stessa pubblicizzato su un apposito sito internet”
La ricorrente “ha formulato censure di violazione di legge e di eccesso di potere affermando anzitutto che non svolge in concreto alcuna attività di allevamento né di gatti né di cani”, ma di detenere “cinque gatti esotici destinati esclusivamente a mostre ed esibizioni feline”.
Per i giudici amministrativi “in una marcata situazione di emergenza sanitaria … il sindaco poteva e doveva in questo caso adottare un provvedimento di urgenza”, in quanto sono comprovate le “condizioni igienico sanitarie dei luoghi e degli animali, del tutto negative e soprattutto pericolose per la salute delle persone abitanti” nel condominio in questione.

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