Una nuova cultura della sicurezza sul lavoro prende piede grazie alle tante sfide dall’azienda di Santa Maria degli Angeli
Mauro Barzagna
ASSISI – Il treno giusto non era quello delle Ferrovie. Gino Sirci se lo ricorda ancora bene quel giorno in cui, a Milano, mentre aspettava il proprio turno per un colloquio con la speranza del posto fisso, magari alla guida di un “rapido”, gli capitò fra le mani la pagina degli annunci del Corriere della Sera. C’era un’offerta di lavoro: un’azienda che operava nel settore dell’antinfortunistica cercava agenti. Prese e telefonò. Due giorni dopo aveva già accettato. Era partito da Santa Maria degli Angeli, appena ventenne, per essere ferroviere e si ritrovava immerso, di colpo, in una dimensione nuova. Lavorava. Era nella Milano che ancora non era “da bere”, ma che l’aveva immediatamente folgorato “per il dinamismo – ricorda ancora seduto nella sua poltrona dalla quale guida la Sir safety system – e per la grande prospettiva che vedevo in quel lavoro”. La sua è davvero la storia del “self made man”, di quello che s’è fatto da solo, ha scommesso su se stesso e ora si trova alla guida di un vero e proprio colosso. Vende, anzi no. Commercializza, anzi no. Produce, anzi no. Meglio dire che inventa e realizza articoli – più di un migliaio, per più di tremila articoli – destinati a chi lavora e vuole farlo all’insegna della sicurezza. Chi, come dice uno spot prodotto in questi giorni dal ministero del Lavoro, vuol tornare a casa sano e salvo tutte le sere. Detta così, quella di Sirci e delle centinaia di persone che fanno della Sir – un’azienda da 29 milioni di fatturato – un fiore all’occhiello dell’imprenditoria umbra, assomiglia a una missione. Una missione che prese forma nel 1977, periodo che il suo principale protagonista ricorda lontanissimo. Non tanto per i 33 anni che sono passati, quanto per l’autentica rivoluzione culturale che è stata realizzata sui temi della sicurezza sul lavoro. “Alla fine degli anni Settanta – ricorda Sirci – si contavano sulle dita di una mano le aziende che anche a livello nazionale curavano la sicurezza dei propri operai. Il resto era un’autentica giungla, in cui accadeva anche che chi faticava in fabbrica dalla mattina alla sera non si interessava minimamente della propria salute. Lavorava e basta. E al padrone non pareva vero, con il risultato di apprendere, oggi, di tutta una serie di gravi malattie professionali che hanno condotto alla morte decine e decine degli operai di allora”. Un’altra epoca, c’è poco da dire. Un’altra civiltà, che alla Sir sono orgogliosi di aver contribuito a cambiare e migliorare grazie a una filosofia che finora s’è rivelata vincente. Così la spiega Gino Sirci: “Produciamo e commercializziamo, sia in Italia che in Europa, materiale e indumenti concepiti per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma cerchiamo di farlo proponendo noi la soluzione dei problemi attraverso la progettazione di articoli estremamente innovativi e tecnici. Magari prodotti di nicchia, ma assolutamente unici, che solo noi facciamo, e che garantiscono sicurezza vera sia agli operai che, indirettamente, ai datori di lavoro”. Così concepita, quella della Sir safety system è una mission aziendale vincente, come dimostra un portafoglio clienti che riesce ad annoverare dai grandi gruppi internazionali alla piccola azienda artigianale. A entrambi viene garantito lo stesso trattamento, a cominciare dalla tempestività della consegna. E’ per questo che i magazzini della sede centrale di Santa Maria degli Angeli sono immensi, in evidente contro-tendenza con una logica d’impresa che oggi, complice anche la crisi, in molti attivano la produzione solo nel momento in cui ricevono l’ordine: qui invece il “just in time” è reale perché dal momento in cui una commessa viene ricevuta a quando gli scatoloni escono dal magazzino possono anche passare poche ore. Conoscenza maniacale del mercato e un’efficiente rete di vendita consentono alla Sir di produrre quasi a prescindere, in modo tale che una volta che il cliente ha scelto la fornitura c’è soltanto da personalizzare gli articoli e consegnarglieli. In un momento di crisi anche questo fa la differenza, consentendo in moltissime circostanze di avere la meglio su una concorrenza quanto mai agguerrita. Oltre a battere la concorrenza sui tempi, però, alla Sir vanno orgogliosi della loro forte propensione all’innovazione, che si esalta con riferimento ai settori della chimica, della siderurgia e della cantieristica, pensando agli indumenti come a degli effettivi mezzi di protezione. Di polveri e acidi, tanto per dire, ne esistono a bizzeffe per cui si tratta di progettare vestiario, scarpe, guanti e copricapi a seconda della loro composizione chimica. Più si è specializzati, più si è riconoscibili, più si è ricercati. “Facile a dirsi, difficile a farsi – sorride Sirci – se non si entra davvero in simbiosi con un mondo del lavoro che oggi chiede soluzioni altamente tecniche e figlie di progetti di ricerca all’avanguardia. Sopravvive solo chi è in grado di ragionare in questi termini. Il resto, anche sulla scorta della selezione naturale generata da questa complessa fase congiunturale, scompare. O almeno è avviato a scomparire in tempi brevi. E per non scomparire non bisogna aver paura di innovare. Noi lo facciamo, talvolta rischiando su prodotti completamente nuovi, ma innovazione non è aspettare domande per dare risposte: è dare risposte anticipando le domande”.

Sulla breccia da 33 anni
Anche il fratello e il suocero a fianco del fondatore
La storia della Sir Sir safety sistem è troppo interessante e travolgente per non essere raccontata. Merita perché è sintomatica di come, pur in presenza delle fisiologiche difficoltà connesse al fare impresa, volere è potere. Di come credere nella forza delle proprie idee debba essere posto alla base del proprio progetto imprenditoriale. Gino Sirci, da questo punto di vista, è un esempio e quello della sua azienda è il classico “case history” che meriterebbe di essere studiato e approfondito. Il progetto che si sta realizzando ai piedi del Subasio, nella zona industriale di Santa Maria degli Angeli, è stato concepito – almeno nella sua fase embrionale – nel 1977, già quando Sirci era un semplice agente di vendita di una ditta di Milano. “Infatti dopo sei mesi – racconta – erano già mature le condizioni affinché mi svincolassi da quell’esperienza. Avevo vedute diverse e preferii cambiare aria, tornai a casa e nel 1979 mi misi in proprio. Piccole dimensioni, sia chiaro, con un’attività che però già allora puntava su prodotti tecnici: caschi, maschere, guanti. Del resto tutto ciò che faceva riferimento agli indumenti non aveva ancora grande mercato”. L’epoca da pionieri durò cinque-sei anni, dopo di che al fianco di Gino Sirci scese in campo anche il fratello Francesco, che sin da allora cominciò a occuparsi di tutto il settore delle vendite vere e proprie, con la creazione di lì a poco di una rete piccola sì, ma estremamente efficace. “E’ una colonna indiscussa della nostra azienda – certifica Gino – perché quello delle vendite è il settore senza ombra di dubbio più impegnativo. La concorrenza non solo è alta, ma ormai è globale. E la rete di agenti coordinata da Francesco riesce quasi sempre ad avere la meglio e a garantirci i volumi di ordini che sono alla base della produzione”. Dopo la fase in cui Sir si dedicava esclusivamente al commercio di prodotti antinfortunistici, maturarono i tempi in cui all’interno dell’azienda, che nel frattempo si era spostata alla ricerca di maggiori spazi, vennero approntati dei laboratori per la produzione di indumenti protettivi con un alto valore aggiunto di tipo tecnologico che negli ambienti di lavoro faticarono pochissimo ad affermarsi rispetto a quelli tradizionali. Dal 1999 l’ascesa è ancor più decisa, con l’inaugurazione della nuova sede e i successivi ampliamenti, che consentono alla Sir di diventare una realtà che si sviluppa su una superficie di 7.400 metri quadrati coperti, costituiti da uffici, reparti produttivi e magazzino per i prodotti pronti. A questi si aggiungono gli uffici vendita di Cusago e la nuova sede produttiva di Timisoara, aperta il primo gennaio 2003, dove su uno spazio di 2.000 metri quadrati si producono circa 2.000 capi al giorno.“A seguire la nostra fabbrica in Romania – spiega Sirci – è soprattutto mio suocero, Fulvio Fabrizi, che fa la spola ogni due settimane e che riesce a coordinare l’attività in maniera efficace nonostante la distanza che separa Timisoara a Santa Maria degli Angeli”. Distanze che si riesce a ridurre anche in virtù di una dotazione tecnologica d’avanguardia. Del resto, conta poco che gli uomini si spostino velocemente; l’importante è che arrivino prima degli altri i prodotti della Sir.

Il 2010 si chiuderà con un fatturato di 29 milioni
Viaggia nell’ordine di 29 milioni di euro, questa almeno è la stima per il 2010, il fatturato della Sir safety system, che anche in forza di questo dato si conferma realtà imprenditoriale in forte ascesa non solo in Italia, ma anche all’estero. Anzi, è proprio oltre frontiera che il management di Santa Maria degli Angeli individua i maggiori margini di crescita. Sotto il coordinamento di Francesco Sirci e, per l’estero, di Antonio Spaccapanico opera una “squadra” di circa 60 agenti, i cui obiettivi primari sono quelli di rispondere nel minor tempo possibile a tutte le esigenze dei clienti, anche i più lontani, e di essere vicino a ogni uomo che lavora. Anche perché, come recita il pay-off che campeggia sul sito web dell’azienda, “la nostra evoluzione ha come destinazione la tua sicurezza”. A questo tende una forza lavoro non indifferente, come quella che la Sir è in grado di generare nel corso degli anni. Attualmente, ai 60 agenti si aggiungono i 50 dipendenti in forza nella sede di Santa Maria degli Angeli e i 100 che lavorano nel sito produttivo di Timisoara.

Della grande famiglia fa parte anche una squadra di serie A2
Primi anche nel volley grazie ai Block Devils
Da una sfida all’altra, da una vittoria all’altra, Gino Sirci e la Sir safety system hanno trovato il modo per essere protagonisti assoluti anche nel mondo dello sport. Alzi la mano chi, appassionato di pallavolo, da un decennio a questa parte non ha sentito parlare dei Block Devils. Così Sirci ha ribattezzato la propria squadra, capace di un’escalation invidiabile che dalla serie C l’ha condotta fino al campionato di serie A2. Dove c’è competizione, insomma, è difficile non trovare qualcosa che fa riferimento a Gino, indiscusso “motore” e stimolante “tsunami” positivo per ognuno che gli orbita attorno. “Fatto nelle giuste dimensioni e con la testa sulle spalle – spiega il presidente della Sir – lo sport è un’ottima palestra per chi fa impresa e per chi interpreta il ruolo di imprenditore anche in riferimento alla ricaduta sociale che la propria azienda dev’essere in grado di generare. L’esperienza nella pallavolo si sta rivelando esaltante e con l’approdo in A2, per quanto questo abbia comportato la necessità di trasferirci da Bastia a Perugia, possiamo dire di aver raggiunto un livello molto alto. Sia in termini sportivi che di competitività”. Sulla via del volley, Sirci venne folgorato nella stagione 2001-2002, quando divenne sponsor della società di Bastia Umbra, che nonostante una tradizione ventennale veleggiava con alterne fortune nel campionato di serie C maschile. Il primo anno, quello della presa di contatto con questo nuovo mondo, vide comunque la Sir qualificarsi per i playoff promozione, al termine dei quali dovette soccombere a compagini più esperte. Tanto bastò a Sirci per decidere che vivacchiare in C aveva poco senso. La stagione successiva, siamo nel 2002-2003, inizia quella che diventerà nel breve volgere di pochi anni, una vera e propria scalata con i Block Devils che dominano la stagione regolare, “asfaltano” i playoff e nella finale che assegna la promozione in serie B2 sconfiggono nettamente Trevi. Nel 2003-2004 la formazione bianconera, pur neo promossa, dimostra subito confidenza con la categoria, stazionando per tutto l’anno nelle zone nobili della classifica. Ma la Sir è nata per crescere e si affaccia alla stagione 2004-2005 con il solo obiettivo della promozione in B1 e la società costruisce una vera e propria “corazzata” per la categoria. Il campionato ha una sola e indiscussa protagonista e l’apoteosi finale con il primo posto è solo una logica conseguenza della bontà del lavoro svolto durante tutta la stagione. Anche il campionato 2005-2006 vive all’insegna di grandi emozioni. La squadra veleggia sempre nelle prime piazze, poi accusa una flessione, poi si riprende e lotta fino in fondo per uno dei tre posti utili per i play off, ma il sogno sfuma proprio sulla linea del traguardo. Bastia, però, può considerarsi a tutti gli effetti “residente” stabile nel gotha della pallavolo italiana, come il suo presidente vuole e cerca di confermare a suon di acquisti di prim’ordine, come quelli che vengono messi a segno alla vigilia della stagione 2006-2007. L’inizio in salita è il preludio a una regolar season fantastica, finita al primo posto con le avversarie molto lontane sia nei punti che nel gioco espresso. Tutto ciò, comunque, non evita alla squadra bianconera una battuta d’arresto nel momento cruciale della stagione, quando quattro sconfitte consecutive costringono Sirci e i suoi uomini a riporre nel cassetto ogni sogno di gloria. L’amaro in bocca è tanto, ma non sufficiente a fermare l’ascesa della società. “Da sconfitte come quelle – ricorda Gino Sirci – bisogna avere la forza per rialzarsi con un unico obiettivo. L’analisi degli errori è fondamentale perché consente piano piano di raggiungere il traguardo”. Ed è proprio questo ciò che è successo ai Block Devils, che pur avendo dovuto fare i conti con altri appuntamenti rimandati dopo aver dominato i campionati ed essere approdati ai play off per la promozione, la scorsa estate hanno visto il sogno diventare realtà. La graduatoria dei ripescaggi in A2 posiziona i bianconeri al primo posto, prontamente sfruttato dalla società bianconera nel momento in cui le difficoltà economiche di altri sodalizi li costringono a rinunciare all’iscrizione. E’ il 5 luglio quando la Sir approda ufficialmente in A2, impegno che Sirci affronta subito di petto, ingaggiando sì un allenatore, ma anche un pezzo – prezioso – della storia della pallavolo italiana. Alla guida dei Block Devils ci sarà infatti Francesco “Pupo” Dall’Olio, indimenticato regista della Nazionale che conquistò la storica medaglia d’argento ai Mondiali 1978. Anche in questo caso, Sirci non ha sentito ragioni: per volare in alto c’è bisogno del meglio.

“Più i prodotti sono d’avanguardia e maggiore è la fiducia del cliente”
L’innovazione su cui punta con forza la Sir safety system è figlia di un ragionamento finalizzato non solo alla necessità di stare al passo con i tempi, quasi ad anticiparli, ma anche a una semplice esigenza di mercato. Produrre materiale d’alta gamma e al tempo stesso articoli “basic”, nella filosofia di Gino Sirci vuol dire soddisfare il cliente nella totalità delle sue esigenze partendo però dalla soluzione del problema al quale egli tiene di più. Una frase che il fondatore della Sir ripete spesso è: “Se uno sa fare i cannoni, di sicuro fa bene anche i fucili”. Ciò significa che il cliente al quale è stata data una risposta puntuale e innovativa su un grande problema, sarà di certo più disposto a ragionare con maggiore disponibilità per una fornitura totale, che prenda anche in considerazione indumenti e articoli di base, anche questi necessari per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

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