Politica Votati due ordini del giorno. Il Pdci sempre contrario


BASTIA UMBRA – Promuovere una cultura di pace e di integrazione fra le diverse componenti culturali e religiose, nel rispetto di diritti umani e legalità. E’ il messaggio che giunge dal consiglio comunale, al termine di una seduta interamente dedicata al tema della guerra, della pace e dei diritti umani. Come ha spiegato ad inizio seduta il presidente Andrea Tabarrini, la scelta di convocare un consiglio monotematico su un argomento di politica internazionale nasce dall’esigenza di investire i rappresentanti dei cittadini su vicende che coinvolgono anche una realtà locale. Nell’ordine del giorno presentato da centrosinistra e da Rifondazione comunista, il consiglio comunale chiede la fine di ogni guerra in corso ed il ritiro di truppe straniere ove non ci sia una precisa decisione dell’Onu, la liberazione di tutti gli ostaggi catturati in Iraq e nelle altre parti del mondo; il rispetto dei diritti umani e civili in ogni Paese. L’ordine del giorno presentato dalle Liste Civiche e da Forza Italia punta maggiormente sul rispetto dei diritti umani, perché non può esserci pace senza il reale riconoscimento dei diritti.
Nonostante la mediazione del presidente Tabarrini, i capigruppo non sono riusciti a trovare un accordo per presentare un ordine del giorno unitario. Tuttavia, a dimostrazione di come il dibattito si sia svolto senza cedere a demagogie o comunque a posizioni preconcette, guardando agli aspetti concreti del problemi ed alle azioni da poter intraprendere anche a livello locale per favorire una cultura di pace e di integrazione, aspetto questo evidenziato anche dal sindaco Francesco Lombardi, l’opposizione si è astenuta sull’ordine del giorno presentato dal centrosinistra e da Prc, così come la maggioranza e Ciotti si sono astenuti sull’ordine del giorno di Liste Civiche e da Forza Italia. Hanno invece votato contro entrambi gli ordini del giorno gli esponenti dei Comunisti Italiani, Massimo Geoli e Leonardo De Santis, motivando questa scelta con l’assenza, in entrambi i testi, della richiesta di una commissione internazionale’ per giudicare la scelta dei governi statunitense e britannico di invadere l’Iraq.

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