Così il gip ha deciso di emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 19enne accusato di due stupri su ragazzine

IL TIMORE Potrebbe essere «assai probabile la reiterazione di analoghi reati» – LA PRIMA AGGRESSIONE A gennaio aveva abusato di una
adolescente di non ancora 14 anni

PERUGIA Se lasciato libero Fernando Polzoni, 19 anni, nato in Ecuador, residente a Bastia Umbra, potrebbe violentare altre ragazze: lo provano non solo le accuse di violenza sessuale nei confronti di due minorenni perugine commesse nel giro di appena sei mesi, ma anche la mancanza di resipiscenza per quanto commesso e le minacce contro una di loro per farla
tacere. Il silenzio comprato con lo spettro delle botte. «Indici tutti di una significativa pericolosità dell’indagato che deve essere assolutamente fermata», scrive il gip Angela Avila che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, dopo i fattacci in centro del post lockdown quando una ragazzina aveva
denunciato di essere stata stuprata in un vicolo del centro. «Le modalità e le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale dell’indagato stesso certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi», è riportato nell’ordinanza eseguita ieri dai carabinieri del comando provinciale di Perugia dopo un’indagine-lampo, in seguito alla violenza sessuale del 10 giugno scorso, consumata tra via delle Streghe e via delle Sapienza, dopo un bacio strappato ad una serata tra ragazzi. Nel documento il giudice stigmatizza che «nel giro di appena sei mesi (l’indagato, ndr) ha posto in
essere ben due violenze sessuali ai danni di minorenni, con le stesse modalità». Dalle indagini inoltre -«emergono condotte di certo poco consone e forse ulteriori fatti reato dello stesso tipo che devono essere meglio investigati». I retroscena degli stupri commessi a Corciano il
12 gennaio scorso in una scala senza uscita di un centro commerciale ai danni di una ragazza che doveva ancora compiere 14 anni e il 10 giugno scorso in via delle Streghe, pieno centro storico contro la 15enne sono ricostruiti in undici pagine. Polzoni – difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni – deve rispondere, in particolare, di due episodi di violenza
sessuale aggravata e di lesioni gravi. La 15enne infatti è stata ricoverata in ospedale e giudicata guaribile in 40 giorni. I certificati medici provano la violenza, raccontata dalla minorenne con grandissima sofferenza e l’aiuto di uno psicologo quando era ancora in ospedale. Il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini ha contestato a Polzoni l’aggravante della minorata difesa nei confronti della 15enne per aver agito contro una ragazzina di
corporatura esile, che aveva assunto alcol, di notte e in un luogo appartato. Rendendo quindi difficile potersi sottrarre. Andando a ritroso tutto comincia mercoledì sera. La 15enne è al bar con gli amici, suoi coetanei. Festeggiano la libertà ritrovata, la scuola – seppur on line – finita.
Bevono, troppo. Anche dieci shottini a testa. E capire come e perché siano stati venduti ai minorenni, sarà un altro accertamento demandato alle forze dell’ordine. Al gruppo si unisce Fernando. Non lo conoscono ma è amico di amici. E’ lui a chiedere alla 15enne di accompagnarlo a fumare. La invita a passare la notte con lui. Lei rifiuta. Raggiungono i vicoli appartati tra via delle Streghe e via della Sapienza. Sono le 22.30-23 circa. Il primo bacio è
consenziente. Ma poi la ragazza, nonostante lo stordimento dell’alcol, gli chiede di smetterla. Urla «basta». Dovrebbe bastare. Invece no. Fernando – secondo la ricostruzione degli inquirenti – la sbatte contro il muro e la violenta. Solo alla fine la ragazzina riesce a colpirlo con un calcio. Poi risalgono verso il centro, tornano al bar. Lui l’abbraccia per simulare che
sia stato un incontro consenziente – osserva il pm – ma lei, cuore di bimba, ha uno strappo dentro. E quando nel locale vede la sua amica in compagnia di altri ragazzi si vergogna a parlare, a denunciare. Chiama al cellulare un altro ragazzo e si fa venire a prendere. Quasi non riesce a percorrere il tragitto verso casa: è sotto choc. Sta male fisicamente. Ma il 19enne non
demorde, prova a palpeggiare un’altra ragazza, all’interno del bar, che lo schiaffeggia. Il resto di una serata drammatica è la chiamata al 112, l’arrivo dell’ambulanza. Quella vergogna che quasi ti impedisce di denunciare. E poi il racconto prima ai medici, poi ai carabinieri. Violata nel corpo e nell’anima. La 15enne resterà ricoverata poche ore e poi dimessa. Riconoscerà il suo aggressore. Ma quando i militari identificano il presunto responsabile emerge l’inverosimile. Sei mesi fa era stato denunciato per un fatto analogo a pochi chilometri di distanza. Stavolta Corciano, le scale senza uscita di un centro commerciale. La vittima poco più di una bimba, 14 anni manco compiuti. E’ il 12 gennaio. Agli atti c’è già la denuncia choc
della prima vittima. La 14enne prende il treno e raggiunge un gruppo di amici al centro commerciale di Corciano, lo ‘struscio’ di tanti ragazzini. Lì incontra l’indagato che conosce di vista. Lei si mangia un panino e quando lui le chiede di accompagnarlo da un altro ragazzo lo segue. Ma lungo le scale chiuse del centro commerciale l’abbraccia, la bacia e, nonostante il
suo diniego la violenta. Lei resta in silenzio per interi giorni. Per “vergogna”, dirà poi. Solo il 30 gennaio si confida con la sorella e due amiche. Ma i ragazzi chiacchierano e – ricostruisce ora la procura – il racconto arriva alle orecchie di Fernando che nega. Il 31 lui la chiama e la
minaccia di non parlare, “altrimenti l’avrebbe fatta picchiare”. La 14enne si sottoporrà a visita ginecologica che confermerà le lesioni e troverà la forza di denunciarlo ai carabinieri. Dando il via a un’indagine fotocopia rispetto a quando accaduto in centro. La famiglia della 15enne si è rivolta all’avvocato Giusi Mazzotta che potrebbe chiedere l’audizione immediata della
ragazzina. Erika Pontini.

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