Assisi e l’Umbria rendono omaggio a un uomo semplice e amante delle sfide
Chiesa gremita, a Viole, per l’addio al fondatore di “Subasio”
Mauro Barzagna
ASSISI – E’ una sfida non da poco quella che da ieri attende chi ha avuto la fortuna di conoscere Mario Settimi. Bisognerà andare senza di lui, facendosi forza solo sui ricordi e gli esempi con cui il “padre” di Radio Subasio ha saputo impreziosire ognuno degli 83 anni della sua vita. Ieri, al funerale celebrato nella piccola chiesa di San Vitale, a Viole, se ne sono resi conto in tanti: i paesani che si sono stretti attorno ai familiari, la “grande famiglia” della radio e gli stessi protagonisti della vita pubblica di Assisi e dell’Umbria che in questi giorni hanno voluto esprimere il proprio dispiacere per la perdita di un uomo non qualunque. Un uomo che ha saputo vivere di sfide, accettandole e inventandosi per ognuna la soluzione giusta per vincerla. In molti l’hanno definito un “pioniere” per ciò che ha saputo fare con Radio Subasio, seguendo l’istinto e la scommessa che nel 1976 gli propose suo figlio Marco, quando lo trascinò nell’avventura radiofonica, cominciando a trasmettere dal garage di casa insonorizzato alla meglio con gli involucri usati per trasportare le uova. Da allora, di canzoni, dediche e notizie, ne sono passate parecchie per l’etere, facendo diventare “Subasio” una radio da due milioni di ascoltatori al giorno. Al di là di qualsiasi appellativo, per come è stato raccontato anche ieri, Mario Settimi era prima di tutto una persona per bene, attaccatissimo alle proprie radici, a Viole, ad Assisi e alla sua montagna. La stessa con cui aveva un legame speciale, intimo, unico. Quando cercava di “collegarsi” con Dio, per esempio, lo faceva proprio a San Leonardo, sul Subasio, dove fra gli olivi amava starsene in silenzio per capire, riflettere e soprattutto ascoltare il suo cuore. E da quella sorta di meditazioni usciva più forte, più sereno e quanto mai ispirato per affrontare e vivere la vita. Una vita vissuta con l’obiettivo di fare sempre qualcosa per gli altri e di guardare al futuro senza paura. “L’esistenza e l’esempio di Mario – ha detto il sindaco Claudio Ricci, parlando al termine della cerimonia religiosa – serviranno di certo alla sua famiglia e ai suoi collaboratori, ma possono essere il senso della vita di ognuno di noi. Alla base, tre parole che meglio di altre definiscono i sentimenti e il cuore di quest’uomo: sogni, suoni, emozioni. Erano e sono le parole che usava per definire Radio Subasio, la sua creatura, il suo grande amore, che l’ha portato a essere imprenditore di successo, capace di interpretare il proprio ruolo all’insegna dell’umiltà, della creatività e della passione sviscerata per la sua terra”. L’hanno ricordato, a modo loro, anche gli amici dell’Aeroclub Perugia, di cui è stato grande animatore: all’uscita del feretro dalla chiesa, il pilota di un piccolo aereo da turismo ha voluto rendergli onore con tre sorvoli a bassa quota, quasi a volerlo accompagnare in cielo. Anche lassù, statene certi, non starà con le mani in mano. E se ci sarà da fondare Radio Paradiso, di sicuro sarà lui l’editore.

Corriere-2010-12-22-pag21

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