Obiettivo fissato nelle osservazioni dei Comuni al preliminare piano d’ambito: portare gli scarti fuori non è strategico

PERUGIA Produrre e bruciare combustibile da rifiuti in Umbria: si può e si deve fare. E’ quanto sintetizzato nelle osservazioni finali del piano d’ambito preliminare sdoganato dall’Auri – l’autorità unica dei rifiuti e l’idrico, che rappresenta i 92 Comuni umbri – presentate da Assisi, Bastia, Orvieto e Porano, che chiedono a vario titolo di spingere sulla produzione di css, il combustibile solido secondario, per chiudere il ciclo anche restando nei confini regionali. Si oppone Gubbio, dove allignano due cementerie: i siti industriali più indicati – secondo il documento – per termovalorizzare il css. La giustificazione è il rischio ambientale. Proprio all’obiezione eugugina controreplicano i relatori del del piano, i tecnici della Oikos progetti. “L’utilizzo di combustibili da rifiuti nei cementifici ha luogo attraverso la sostituzione di combustibili fossili; tale sostituzione non determina ‘emissioni aggiuntive’ e di per sé l’operazione non comporta necessariamente modifiche delle situazioni ambientali preesistenti; in particolare, le emissioni dipendono direttamente dalla qualità del combustibile impiegato; se i combustibili non convenzionali presentassero, come spesso accade, migliori caratteristiche qualitative dei combustibili fossili, le condizioni emissive ne potrebbero conseguentemente beneficiare”. Certo vanno prima analizzate le questioni strettamente impiantistiche, come “l’adeguatezza dei sistemi di abbattimento” e quelle logistiche, vedi l’impatto dei trasporti. Aspetti che “devono essere preventivamente analizzati e valutati per esprimere giudizi circa la percorribilità dell’ipotesi di impiego a livello locale”. La strada indicata dal documento, già percorsa in altri territori italiani, è quella “dell’avvio di sperimentazioni condotte sulla base dell’osservazione di rigidi pro- tocolli sottoscritti da autorità locali, agenzie di controllo, impresa, parti sociali”. Solo in caso di confermato non peggioramento delle condizioni ambientali, in quei contesti si è poi proceduto all’effettivo utilizzo. L’osservazione eugubina prospetta pure che i rifiuti possano essere portati fuori regione. Ma non è una scelta che può durare. “Tale opzione – ribatte il documento Auri già approvato dal consiglio direttivo – si ritiene perseguibile in un’ottica di breve medio periodo, ma non può essere certamente assunta come strategica. Si ritiene che il contesto regionale debba il più possibile garantire la chiusura del ciclo prospettando soluzioni certe e di lungo periodo“. Per la produzione di css sono ipotizzati due impianti: uno nella provincia di Perugia, nel sito Gesenu di Ponte Rio e uno a Terni. L’utilizzo del css in ambito regionale, conclude il documento, “si può presentare come interessante opportunità di carattere economico, sociale ed ambientale”.

di Alessandro Antonini

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