LA STORIA
Un’auto che percorre la zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte. È sera e la strada è quasi deserta. L’auto si ferma davanti a una trans ferma al bordo della strada: pochi secondi, sufficienti per scambiarsi delle offese. È quanto si vede nel video che la mamma di Samuele De Paoli, il ventenne di Bastia morto lo scorso 27 aprile proprio a Sant’Andrea delle Fratte e ritrovato nudo la mattina del 28 in un fosso e per la cui morte la trans Patricia è sotto inchiesta con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ha postato nella giornata di ieri sul proprio profilo Facebook.
La donna accompagna il video con queste parole: «21:45. Stasera volevo vedere con i miei occhi…..lei o lui dice al Pandino rosso che vergogna. Mi dovrei vergognare io? O chi la tiene libera?». Parole pesantissime da parte della donna, che raccontano il dramma di una madre che non può inevitabilmente rassegnarsi alla morte del proprio figlio.
Come detto, la trans si rivolge alla donna dicendo appunto «vergogna». Va sottolineato come la pubblicazione di questo video ha comportato tanti messaggi di solidarietà alla donna ma purtroppo anche di violente offese e minacce nei confronti di Partricia.
La cui versione dei fatti, va ulteriormente sottolineato, è stata fin qui ritenuta attendibile dalla procura e anche dagli esperti che hanno condotto gli accertamenti su di lei e sul corpo di Samuele: la trans cioè avrebbe stretto il ragazzo al collo (procurandogli una lesione al nervo vago) per difendersi dall’aggressione da parte di Samuele dopo che i sue si erano appartati nell’auto del ragazzo proprio nella zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte. Le indagini sono comunque ancora in corso.
Mi. Mi.
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