LA SENTENZA

«Se è vero che senza la compressione del glomo carotideo della vittima ad opera di Patrizia il De Paoli, con altissimo grado di probabilità prossimo alla certezza, non sarebbe morto, è altresì pressoché certo che ugualmente l’exitus non si sarebbe verificato in assenza della cornice delineata dalla iperstimolazione del sistema simpaticomimetico indotta dall’intossicazione acuta da cocaina e dalla stress emozionale parimenti autoindotto dal De Paoli il quale, pacificamente, diede il via alla colluttazione».A scriverlo il giudice Piercarlo Frabotta che così motiva l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» di Hudson Pineiro Reis Duarte, la 45enne brasiliana nota come Patrizia assolta con rito abbreviato lo scorso 18 settembre dall’accusa di omicidio preterintenzionale di Samuele De Paoli, il 24enne trovato morto il 27 aprile 2021 lungo una strada di Sant’Andrea delle Fratte. Il giudice, in 51 pagine, ricostruisce quanto accaduto quella notte e fa sue le convinzioni non solo dei medici legali che hanno effettuato l’autopsia, ma anche dei periti a cui ha affidato un’ulteriore relazione su quella morte che tanto ha impressionato Perugia e Bastia, dove Samuele viveva. Il giudice, nelle sue motivazioni alla sentenza, infatti, ribadisce «l’eccessiva risposta neurovegetativa a fronte di una modesta e temporalmente contenuta stimolazione del glomo».In altre parole, come testimoniato anche in aula dai professore Vittorio Fineschi e Aniello Maiese, la compressione delle dita di Patrizia sul collo di De Paoli fu di «modesta entità», con gli effetti già «potenzialmente» letali dell’abuso di droga e nessun segno di soffocamento a poter ribaltare l’ipotesi di legittima difesa della 45enne. Con la compressione, tra l’altro, scrive Frabotta che può «essere stata del tutto accidentale, fortuita, casuale». La famiglia e gli amici di Samuele, il giorno della sentenza, mostrarono tutto il loro comprensibile disappunto per questa decisione .«I ragionamenti del giudice, sia in punto di totale difetto dell’elemento psicologico del reato contestato ha commentato Francesco Gatti, avvocato di Patrizia -, non potendo in alcun modo prevedere l’imputata che Samuele sarebbe morto a seguito di una compressione modesta del collo, e la ritenuta sussistenza della causa di giustificazione della difesa legittima (questa quantomeno sotto il profilo del ragionevole dubbio) sono, a nostro avviso, pienamente condivisibili e corrette sulla base del complesso probatorio emergente dagli atti. Attendiamo con serenità gli eventuali sviluppi del procedimento, consci dell’innocenza della Pinheiro, sempre nel rispetto del dolore della famiglia».E. Prio.

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