Digos e commissariato di Assisi arrestano per rissa cinque bastioli. Uno accusato anche di tentato omicidio

di Alessandra Borghi
PERUGIA – Il 6 aprile Massimiliano Antonelli, supporter dei Falchetti, cadeva a terra gravemente ferito dopo una violenta rissa scoppiata fuori dello stadio di Bastia Umbra dove si era appena disputato un match per il campionato di serie D, girone E. Colpito alla testa da un grosso sasso e sottoposto a intervento chirurgico d’urgenza, è rimasto a lungo in prognosi riservata (oltre 45 giorni) e in pericolo di vita.Ora, la Digos, guidata da Francesco Moretta,e il commissariato di Assisi,diretto da Francesca Di Luca,hanno stretto il cerchio su cinque giovani tra i 25 e i 30
anni, tutti di Bastia Umbra. Per quattro sono stati disposti i domiciliari (per due di loro si contesta anche la violazione dell’articolo 6 bis della legge 401 del 1989, l’uno per aver lanciato un fumogeno verso la tifoseria avversaria, l’altro per aver roteato una cintura creando “concreto pericolo” per le persone).Per un ventisettenne, invece, è scattata la custodia cautelare in carcere. A quest’ultimo si contesta, oltre alla rissa, anche il tentato omicidio. E’ stato lui, in base almateriale investigativo raccolto e inviato al pm Gemma Miliani che ha chiesto le ordinanze poi emesse dal gip Lidia Brutti, a lanciare la pietra che ha ferito Antonelli.Le indagini non sono finite perché per la polizia sono una ventina i coinvolti nella rissa (unadecina in tutto gli indagati,tra cui anche folignati).Secondo quanto ricostruito,la partita si era svolta in modo tranquillo e nulla sarebbe accaduto se cinque o sei tifosi del Bastia non avessero “cercato la provocazione”. Peraltro,è emerso che nei giorni precedenti da un profilo Facebook ritenuto “fondamente riconducibile” al giovane finito in carcere e poi chiuso dopo i fatti, è comparso un messaggio acquisito dalla polizia giudiziaria
e ritenuto “illuminante” sullo stato d’animo con cui un gruppo di tifosi bastioli si sarebbero recati a vedere la partita: “Domenica le m… arriveranno. Noi saremo li che aspetteremo!”.C’era ancora il deflusso dei tifosi dei Falchetti quando il gruppetto dei bastioli è entrato in azione. Allora, i folignati hanno fatto “retromarcia” andando incontro a quest’ultimo.Dopo lo scontro, Antonelli è rimasto a terra.La polizia ha subito acquisito testimonianze da persone informate sui fatti, insieme a foto e video. Il ventisettenne arrestato ieri mattina è stato sentito due volte: la prima volta il giorno stesso, la seconda come indagato.
Ha ammesso subito di aver lanciato un sasso,ma fornendo un racconto che per la polizia non è collimante con quanto emerso dagli accertamenti svolti, anche di tipo medico-legale, che sarebbero tali da delineare un lancio “diretto e frontale” che ne spiegherebbe la forza lesiva. Di qui l’addebito di tentato omicidio, con l’aggravante di aver agito “per futili motivi di tifoseria calcistica”. Addebito contestato dalla difesa del giovane,rappresentata dagli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti. “In entrambi i casi in cui è stato sentito, il nostro assistito ha dichiarato di aver tirato un sasso.Ha detto di aver visto un parapiglia a cui lui non partecipava e che mentre si allontanava velocemente è stato attinto da un sasso alla gamba.Allora lohapreso e lo ha tirato indietro. Solo dopo ha appreso che una persona è rimasta ferita e ha detto agli amici che sperava di non essere stato lui a colpire perché non voleva far male a nessuno.Riteniamo non fondata l’ipotesi di reato contestata e che il provvedimento cautelare sia eccessivo perché non c’era volontà di uccidere ma di difendersi in rapporto all’offesa ricevuta. Inoltre non riteniamo ravvisabile alcun pericolo di reiterazione del reato”.Già presentato il ricorso al tribunale del riesame. Oggi l’interrogatorio in carcere.Tra i difensori anche gli avvocati
Barbara Romoli, Michela Cotugno, Evian Morani,DanielaPettinelli e Francesca Fioretti.

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