Nove arresti da parte della finanza. Un albanese aveva in casa sei chili di stupefacente. Sequestri e denunce

PERUGIA Dopo sei mesi di indagine, i finanzieri del Nucleo Mobile della compagnia della guardia di finanza di Perugia,hanno arrestato nove persone (4 albanesi e 5 italiani) che avrebbero dato vita a un presunto sodalizio criminale dedito alla spaccio di marijuana tra Perugia e Bastia Umbra. Quindici le perquisizioni eseguite, 7,5 i chili di marijuana sequestrati, oltre a circa 8mila euro, un Suv, diversi bilancini di precisione e telefoni cellulari. Riguardo ad altre responsabilità sono stati denunciati tre soggetti, di cui un minore, per detenzione ai fini di spaccio, e sono
statequattrole segnalazioni alla prefettura di consumatori di sostanza stupefacente (per consumo di droga ritirate anche tre patenti). Segnalate alla procura anche due straniere risultate prive di permesso di soggiorno una delle quali, denunciata anche per possesso di documenti falsi, è stata accompagnata presso il Cie di Roma e rimpatriata in Bielorussia. Infine uno dei soggetti albanesi, peraltro già arrestato in flagranza di reato, è stato poi destinatario anche di ordinanza di misura cautelare in carcere per sfruttamento della prostituzione. L’indagine, basata sulle tradizionali tecniche investigative e sul ricorso alle banche dati in uso al Corpo ha riguardato la zona tra Perugia, Assisi e Bastia Umbra. A “orientare”le fiamme gialle,anche le risultanze delle attività di prevenzione svolte negli gli istituiti scolastici con le unità cinofile.La droga era piazzata da giovani pusher italiani che si approvvigionavano
da albanesi da tempo residenti nel territorio del capoluogo uno dei quali risulta aver movimentato diversi chilogrammi di marijuana al mese, circostanza confermata dalla quantità, qualità e modalità di detenzione dello stupefacente sequestratogli: perquisendo la sua abitazione, infatti, sono stati rinvenuti occultati sei chili di marijuana in panetti da due chili pronti ad essere commercializzati. Lo stesso albanese, secondo la finanza, sfruttava inoltre le
due cittadine dell’Est europeo che adescavano i clienti per strada ed avevano nella disponibilità due appartamenti da lui gestiti. L’uomo avrebbe tenuto per sé la metà dei proventi dell’attività di prostituzione.

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