Processo Codep Dopo la sentenza Marcantonini passa al contrattacco: “Hanno puntato tutto sulla diffamazione”
BETTONA – “Provo profondo rammarico per una sentenza che arriva troppo tardi e che poteva essere stata pronunciata già da tempo”.
Queste le parole dell’ex sindaco Lamberto Marcantonini all’indomani della sentenza di giovedì che ha messo la parola fine a quello che gli ex amministratori, indagati per abuso d’ufficio nell’ambito delle vicende giudiziarie legate al depuratore di Bettona, hanno più volte definito un incubo giudiziario. Lamberto Marcantonini e Mario Papalia (tecnico comunale), difesi dall’avvocato Marco Angelini, e Valerio Bazzoffia, Andrea Castellini, Luca Costantini, Franco Massucci, Rosita Tomassetti e Rosella Lispi, difesi invece dall’avvocato Giuseppe Innamorati, sono dunque stati “assolti perché il fatto non sussiste”, come si legge nella sentenza firmata dal giudice per le indagini preliminari Luca Semeraro, il quale ha altresì disposto la restituzione dell’area posta sotto sequestro al Comune di Bettona, quale proprietario del bene. Un “incubo” iniziato nel 2008 il quale, aggiunge Marcantonini, “è andato avanti di rinvio in rinvio fino a giovedì,nonostante le numerose istanze di sollecito che più volte abbiamo presentato”. La sentenza, infatti, giunge a distanza di venti giorni dalle elezioni vinte da Stefano Frascarelli e precedute da una campagna elettorale per lo più giocata proprio sulla questione ambientale. Alla luce di ciò Marcantonini annuncia che “è al vaglio l’ipotesi di procedere per vie legali di fronte a una campagna elettorale basata quasi esclusivamente sulla denigrazione dell’avversario,che si è rivelata diffamatoria e lesiva della nostra onorabilità”. Anche l’ex vice sindaco Bazzoffia, in una nota ufficiale, unisce al rammarico di aver vissuto “nell’ombra di un’accusa grave ed infamante” le perplessità riguardo alla tempistica, manifestando il “dubbio che possa essere stato un colpo ben assestato ad un esito elettorale che, vista l’esigua differenza di voti,avrebbe potuto essere ben diverso”. Restano in piedi, invece, le accuse per reati contro l’ambiente nei confronti di 18 tra membri della Codep, imprenditori e responsabili dell’Arpa, per i quali il gip Semeraro, nell’udienza di giovedì,ha disposto il rinvio a giudizio.
di Sara Caponi

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comments (3)

  • Perchè non hanno fatto questa azione legale prima se erano così convinti della loro innocenza?
    Ad elezioni fatte e perse sono solo vane minacce!Io non li ho votati per ben altri motivi e non li avrei votati nemmeno se questa sentenza fosse arrivata prima delle elezioni!
    Facciano tutti i passi legali che ritengono giusti e vedremo come andrà a finire….bisogna anche “saper perdere”

  • Si costituiscano come Parte Civile al Processo, e invece denunciassero i gestori del depuratore, i tecnici dell’Arpa…

  • Roberta ha proprio ragione! Visto che l’inquinamento dei terreni e delle falde è stato accertato e di certo non sono stati quelli del comitato che non possiedono allevamenti di alcun genere se la prandano e facciano rivalsa nei confronti di quelli che li hanno coinvolti con comportamenti illeciti. Peraltro, senza aspettare sentenze, spesso anche sbagliate, uno dovrebbe essere ben coscente e consapevole si quello che ha fatto e di quello che non ha fatto. Quindi avrebbero potuto e dovuto costituirsi parte civile come Comune nei confronti dei responsabili per avere il risarcimento dei danni.
    In molti ci domandiamo perchè non lo hanno tatto!

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