Venti gli ultras accusati degli scontri del 6 aprile al termine di Bastia-Foligno

BASTIA UMBRA – Chiuse le indagini a carico di una ventina di tifosi che il 6 aprile hanno dato vita agli scontri al termine della partita Bastia-Foligno, valida per il campionato di serie D. Tutti gli indagati,inoltre, sono stati raggiunti dal Daspo, il provvedimento di divieto di partecipazione ad eventi sportivi,per 5 anni, ma senza obbligo di firma.La posizione più grave è quella dell’ultrà accusato di aver lanciato un sasso contro Massimiliano Antonelli,il tifoso dei Falchetti rimasto
ferito dopo gli scontri con gli ultras del Bastia Umbra. Il tribunale del Riesame ha derubricato l’accusa da tentato omicidio a lesioni personali gravissime, ma la Procura ha chiuso ugualmente le indagini con l’accusa di tentato omicidio. Il giovane è difeso dagli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti.L’episodio risale al 6 aprile di quest’anno, al termine della partita Bastia Umbra-Foligno valida per il campionato di serie D. Durante un contatto fra due gruppetti di tifosi era rimasto gravemente ferito alla testa un supporter del Foligno. Il tifoso 27enne era finito in carcere con l’accusa di tentativo di omicidio per avere lanciato un sasso che ha colpito alla testa e ferito gravemente un tifoso del Foligno. Agli arresti domiciliari per rissa aggravata erano stati messi anche altri quattro tifosi del Bastia che hanno un’età tra i 24 e i 30 anni. Gli scontri avvennero durante il deflusso dallo stadio delle due tifoserie.L’indagine è stata condotta dalla Digos di Perugia, dal commissariato di Assisi e dai carabinieri della Compagnia di Assisi che quel giorno controllavano la curva ospite.Secondo la ricostruzione della polizia durante il deflusso dallo stadio alcuni tifosi del Foligno vennero a contatto con i sostenitori locali dando vita a una rissa che coinvolse una ventina di persone. Il giovane colpito alla testa dal sasso rimase ricoverato in ospedale diversi giorni, hanno ricordato gli investigatori, rischiando anche di morire.Secondo la ricostruzione della polizia,il lancio della pietra fu diretto e frontale. «Un gesto volontario» per Digos e commissariato di Assisi,diretti da Francesco Moretta e Francesca De Luca. Atti ritenuti «idonei e diretti in modo non equivoco»a provocare la morte del tifoso del Foligno, evitata per il «tempestivo» intervento dei medici.
U. M.

IL CORSIVO

Questa è una preghiera.La prossima volta, sperando che non si presenti una prossima volta, non parliamo di tifo violento, ma di stupidità. Smettiamola di mischiare
la stupidità con l’agonismo,il sudore in campo con l’attività sportiva da divano

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