Un giovane e due donne, dopo il raggiro del falso incidente, sono fuggiti con un’auto ma sono stati intercettati e fermati dai carabinieri di Terni
di Anna Maria Minelli
BASTIA UMBRA Le vittime scelte sono quasi sempre anziani, soli, più fragili, che diventano un bersaglio facile. I truffatori fanno leva sulla paura, una di quelle più grandi, un figlio, un nipote coinvolti in un incidente. Si sa, in quel caso, se presi dal panico, si farebbe di tutto pur di aiutare i propri congiunti compreso consegnare denaro o gioielli a perfetti sconosciuti, abili però nel fingersi militari o avvocati. Questa volta a finire nella rete è stata una novantenne residente in centro alla quale è stato fatto appunto credere che un suo familiare era stato coinvolto in un incidente stradale con pesanti conseguenze legali: la cosiddetta truffa del “sedicente carabiniere”.
Un 26enne e due donne di 38 e 52 anni, tutti di origini campane, dopo aver messo a segno la truffa si sono allontanati a bordo di un’autovettura, le cui caratteristiche (modello e targa) sono state individuate grazie all’immediata attivazione dei carabinieri della stazione locale. I militari hanno incrociato le prime risultanze investigative con le immagini delle telecamere e dei lettori delle targhe installati nel Comune. Sono state quindi diramate le ricerche a tutte le Compagnie limitrofe e anche grazie al GPS dell’autovettura, con a bordo i tre fuggitivi, poi risultata a noleggio, il mezzo è stato intercettato lungo la E45, all’altezza della rampa d’immissione di San Gemini nord, da una pattuglia della Sezione Radiomobile della Compagnia di Terni. Dopo aver agganciato l’auto in transito, spiegano dall’Arma, i militari hanno ingaggiato un inseguimento nel corso del quale il conducente del veicolo in fuga, non arrestandosi all’alt intimatogli, ha tentato più volte di speronare la “gazzella” finché non è stato bloccato in via delle Campore, all’uscita della 4 corsie. Nel corso dell’inseguimento, una delle due donne a bordo ha lanciato dal finestrino un sacchetto, recuperato in un secondo momento dai carabinieri, con all’interno i monili provento della truffa commessa poco prima. La successiva ricostruzione ha consentito ai militari della stazione di Bastia Umbra di accertare che la più giovane delle donne fermate era stata colei che aveva ricevuto i monili dalla novantenne. Per i tre è così scattato l’arresto per truffa aggravata in concorso mentre il 26enne è stato deferito anche per resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente poiché mai conseguita, con recidiva biennale. Gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali di Terni e Perugia in attesa dell’udienza di convalida, svoltasi ieri, all’esito della quale il giudice, nel
convalidare gli arresti, ha disposto nei confronti del 26enne, già gravato da precedenti, la custodia cautelare in carcere e per le due donne, entrambe incensurate, l’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza in Campania e di presentazione alla polizia giudiziaria. La refurtiva è stata restituita alla signora. Le indagini, spiegano dai carabinieri, sono tuttora in corso per accertare se i tre siano coinvolti in altri episodi simili verificatisi in
Umbria e nelle regioni confinanti .
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