Interpellanza del consigliere Travicelli (Pd) dopo lo spostamento della macchina dei famosi tipografi
ASSISI – Un altro pezzo di storia di Assisi che se ne va. E’ stato chiuso, infatti, il negozio della famiglia Brizi, che operava dal 1922. Ma quello che era un negozio di souvenir nascondeva al suo interno una storia di tutto rispetto. Era, infatti, la famosa tipografia nella qualeLuigieTrentoBrizi,assisanidoc,stampavano i famosi documenti falsi (perfettamente identici agli originali) che venivano consegnati agli ebrei durante l’epoca del nazismo. I famosi ebrei di “Assisi Underground”, il film e il libro di Alexander Ramati, per capirci. Gli stessi documenti che venivano trasportati da Gino Bartali a Firenze, nascosti nella canna della bicicletta e sotto le scarpe. Fino a che il negozio di via Santa Chiara è rimasto aperto era visibile anche la macchina con cui venivano stampati e i caratteri utilizzati per i documenti.
Un pezzo di storia che ha contribuito a fare grande Assisi e che adesso rischia di essere dimenticato.
Per questo il consigliere comunale del Pd, Claudia Maria Travicelli, ha presentato in Comune un’interpellanza per chiedere al sindaco di realizzare un progetto con un percorso seguito da uno storico, da sottoporre per una eventuale condivisione all’attenzione della famiglia Brizi/Calderini, per far sì che la memoria dell’operato di Trento e Luigi, importante per Assisi e non solo, non vada dispersa.
“Con la stessa – afferma Travicelli – si chiede inoltre di apporre nei pressi della ex tipografia Brizi (zona Santa Chiara) una targa con lo stemma del Comune di Assisi in memoria di Luigi e Trento Brizi che ne ricordi il loro operato”.
LUCIA PIPPI

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