Michele Milletti
PERUGIA Non ce l’ha fatta. Troppo gravi e profonde le ustioni provocate sull’ottanta per cento del proprio corpo dalle fiamme che l’hanno avvolta. Dopo tre giorni d’agonia, è morta ieri mattina all’ospedale Santa Maria della
Misericordia di Perugia la donna di 55 anni di Bastia trasferita in condizioni disperate dall’ospedale di Assisi, dove era ricoverata. Il sostituto procuratore Massimo Casucci nelle prossime ore dovrebbe autorizzare l’autopsia, nel frattempo sotto accusa finiscono i soccorsi.

Morta la donna ustionata in ospedale, verifiche sui soccorsi

ASSISI Non ce l’ha fatta. Troppo gravi e profonde le ustioni provocate
sull’ottanta per cento del proprio corpo dalle fiamme che l’hanno avvolta. Dopo tre giorni d’agonia, è morta ieri mattina all’ospedale Santa Maria della
Misericordia di Perugia la donna di 55 anni di Bastia trasferita in condizioni disperate dall’ospedale di Assisi, dove era ricoverata.
Il drammatico incidente nella notte tra venerdì e sabato: secondo la secondo la ricostruzione ufficiale, resa nota dalla Asl 1, le ustioni sull’80 per cento del corpo sarebbero state originate da una sigaretta.
Il marito della donna, nella giornata di sabato, accompagnato dall’avvocato Gianni Dionigi (nella foto) ha presentato denuncia al posto fisso di polizia
dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Assisi e coordinate dal pm Massimo Casucci. In particolare, i militari sono chiamati a ricostruire nel dettaglio l’accaduto. Per questo motivo, nelle scorse ore hanno sentito alcuni testimoni. Da quanto si apprende, i carabinieri diretti dal tenente colonnello Marco Vetrulli avrebbero ascoltato le versioni del personale medico e infermieristico presente al momento del fatto. Passaggi tecnici e necessari per capire e analizzare nei dettagli quanto successo,e dunque per ricostruire i momenti immediatamente precedenti e successivi a quando si è verificato il terribile incidente. Accertamenti sicuramente delicati ma necessari, dal momento che anche i familiari della donna nel presentare la denuncia hanno espresso la volontà di sapere non solo come siano andate le cosema anche come sia stato possibile che possa essersi procurata un’ustione così grave all’interno di un ospedale. La volontà, insomma, è quella di capire se i soccorsi prestati alla donna siano stati tempestivi oppure invece possa esserci stato qualcosa che non ha funzionato nel modo giusto. Da quanto si apprende, in particolare, c’è da ricostruire con la massima scrupolosità quando è scattato l’allarme per la donna e dunque quanto tempo è passato da quando ha iniziato a prendere fuoco. Accertamenti, come detto, sicuramente non facili ma necessari per dare risposte necessarie a una tragedia che lascia sgomenti.
Michele Milletti

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