noemi moscettaLa giovane Noemi e l’istruttore Antonino Sarica precipitarono con l’aereo, ma dopo 7 anni c’è la prescrizione

BASTIA UMBRA – Sette anni per iniziare un processo. La prescrizione incombe e tra sei mesi sarà definitiva.Sette anni e mezzo per non fare giustizia per due morti che si potevano evitare. Sarebbe bastato sostituire un pezzo del valore di 12 dollari. Per quella duplice morte sono sotto processo (ancora per poco) il legale rappresentate di un’azienda del settore aviotrasporti, il capo controllo della gestione tecnica della stessa azienda e un funzionario dell’Enac.Il 20 gennaio del 2008 un aereo da turismo,un Cessna 172, con 2 persone a bordo,era precipitato a Costano di Bastia Umbra. Stava tentando una manovra d’emergenza per atterrare all’aeroporto di Perugia “San Francesco” di Sant’Egidio dopo aver avuto difficoltà al motore. Erano le 17.30 e sulla zona c’era una nebbia fittissima. A bordo c’erano Antonino Sarica, 59 anni, residente a Roma, pilota istruttore di volo del centro scuola Aviomar che ha sede nella capitale, in via Salaria, nell’aerea dell’aeroporto di Roma Urbe dal quale il velivolo era decollato; e Noemi Moscetta, 23 anni, residente a Roma, che viaggiava come allieva-passeggera. La ragazza aveva un sogno: diventare pilota di linea. Per questo aveva preso il brevetto e le lezioni di volo. L’incidente avvenne proprio durante un’esercitazione di volo strumentale.Secondo la procura perugina la scuola non era in regola,né prima né dopo l’incidente. Durante un’ispezione dell’Enac sarebbero state scoperte gravi irregolarità tecniche per cui la scuola avrebbe dovuto sospendere ogni tipo di attività. L’incidente,sempre secondo il capo d’imputazione, sarebbe avvenuto perché uno strumento di volo, l’orizzonte artificiale, non avrebbe funzionato correttamente a causa di una manutenzione poco corretta (un filtro di 12 dollari non sostituito). Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio dei tre persone responsabili dell’Aviomar per aver «omesso di provvedere a fronte degli inconvenienti via via verificatisi, a far sì che le operazioni di manutenzione e controllo venissero correttamente effettuate» per aver proceduto solo «documentalmente a verifiche e sostituzioni mai realmente eseguite per ciò che concerne il filtro dell’aria relativo alla strumentazione denominata orizzonte artificiale» e per aver omesso «alla concreta verifica delle operazioni di manutenzione anche previa ispezione dei fogli di lavoro» relativi all’aereo caduto.
Il perito nominato dal pubblico ministero «ravvisava discrasie fra le operazioni di manutenzione risultanti dalla documentazione ufficiale inerente all’aeromobile e quelle che emergevano dai fogli di lavoro con particolare riferimento alla sostituzione del filtro aria dell’orizzonte artificiale. Tale strumentazione veniva menzionata nella registrazione audio del pilota negli attimi precedenti la precipitazione del velivolo come non funzionante regolarmente con una incidenza,quanto meno, concorrente,sulla caduta dell’aereo>>.
A sette anni dall’incidente devono essere sentiti i testi della difesa.
U. M.

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