Attese migliaia di visitatori al centro espositivo Maschiella di Bastia Umbra

BASTIA UMBRA Giornata conclusiva all’insegna dei grandinnumeri e dei grandi eventi ad Agriumbria,
mostra nazionale di agricoltura, zootecnica e alimentazione,che nei padiglioni del centro  fieristico Lodovico Maschiella di Bastia Umbra celebra la sua 50esima edizione. Sarà un’invasione pacifica di migliaia di visitatori e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia e dall’estero, che fino alle 19 – oltre alle proposte storiche della kermesse
– troveranno anche iniziative sui temi della sana e corretta alimentazione, la qualità dei prodotti made in Italy e sulle
scelte sostenibili, promossi in collaborazione con le associazioni di categoria. Uno degli eventi più attesi saràla premiazione dell’esemplare di Chianina più grande al mondo, con annessi appuntamenti dedicati alla genetica delle razze bovine che fanno dell’Italia una delle realtà di riferimento a livello mondiale. Altrettanto curiosa la proposta relativa all’allevamento di conigli, che in Italia conta oltre 100 specie diverse di cui 43 puramente indigene.
Il resto del programma di oggi prevede alle 9 un appuntamento con le tecnologie e la sicurezza nei frantoi, a cura dell’Associazione umbra frantoi oleari; alle 10 il convegno su agricoltura sociale organizzato dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Perugia. Sempre alle 10 si parlerà di giustizia in agricoltura con l’incontro a cura di Acli Terra Perugia. Per gli addetti ai lavori sarà l’ultimo giorno di formazione professionale, acquisto
e vendita, oltre che per le ultime trattative e gli incontri tecnici per i test di macchine e strumenti, gli incontri business to business per nuove colture e nuove applicazioni in campo e in fattoria. Ultimi focus anche per i saloni specializzati: Milktec, Enotec, Oleatec e Bancotec). “Siamo uno dei più grandi contenitori di idee – ribadisce con legittimo orgoglio Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere -legati al settore primario, luogo fondamentale
per far incontrare tutti coloro che vivono e lavorano grazie all’agricoltura”. Ne è passato di tempo e sono tante le sfide accettate e vinte da quel lontano 1969, quando l’onorevole Lodovico Maschiella gettò le basi per la prima edizione di Agriumbria con 33 espositori per lo più locali. La kermesse che chiude i battenti oggi è arrivata a contare 450 stand in rappresentanza di 2.500 marchi e aziende con imprenditori da tutta Italia e delegazioni
da Grecia, Romania,Bulgaria e Tunisia.

Nelle tasche degli agricoltori mancano all’appello 60 milioni Contributi arretrati da tre anni

Come se non bastassero quelle naturali, un’altra calamità si aggiunge ai problemi con cui coltivatori e allevatori debbono fare i conti tutti i giorni

di Mauro Barzagna
PERUGIA – Nessuno meglio degli agricoltori conosce cosa siano le calamità naturali. Sono la grandine,le alluvioni,
la siccità e le gelate, tanto per elencare i rischi più ricorrenti per chi produce all’aria aperta. Nessuno, però, immaginava di dover annoverare fra questi flagelli anche i ritardi  con cui vengono erogati i fondi per lo sviluppo rurale. Il dato umbro è clamoroso perché nei bilanci delle aziende agricole di casa nostra mancano qualcosa come 60 milioni di euro. Un deficit che da tre anni a questa parte sta mettendo a dura prova la capacità di sopravvivenza di un intero comparto. Il dito di tutti – imprese, associazioni di categoria, istituzioni locali – è puntato sull’Agea,
l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ente al quale dal 27 maggio 1999 sono demandati i compiti di coordinamento e di organismo pagatore nell’ambito dell’erogazione delle risorse destinate dall’Unione
europea ai produttori agricoli. Un nuovo grido d’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, secondo la quale non sono più tollerabili i ritardi da parte di Agea nei pagamenti alle imprese agricole beneficiarie delle misure del Programma di sviluppo rurale: “Il rapporto con l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura rimane molto insoddisfacente e per questo torneremo non solo a manifestare tutto il nostro disagio, ma anche a ribadire le nostre richieste in un incontro ufficiale che sarà fissato a breve”.Ancor più accorata è la denuncia che arriva dal mondo agricolo e della quale si fa portavoce il presidente regionale di Coldiretti, Albano Agabiti:“Definire insostenibile questa situazione è riduttivo perché ci troviamo davanti a qualcosa impossibile
da immaginare. In sintesi stiamo parlando di oltre 50milioni di euro,ma forse anche 60, che gli agricoltori
e gli allevatori umbri stanno aspettando. Sono soldi che ci spettano e che le aziende agricole, non avendo risposte da
parte di Agea, sono state costrette a reperire sul mercato del credito con evidenti costi aggiuntivi. Tutto questo è intollerabile”. Gli arretrati sono pesantissimi. Si parla del 30% di pagamenti per le misure a superficie – previste dal Psr per le quali il premio viene erogato sulla base della superficie impegnata – relative al 2015, del 20%
per il 2016 e del 100% per ciò che riguarda il 2017. Cifre pesanti che spiegano in maniera eloquente le difficoltà con cui le aziende agricole sono costrette a fare quotidianamente i conti. Non a caso, come ha spiegato la Cecchini, la stessa Commissione europea ha avviato un processo di monitoraggio su Agea proprio per favorire l’accelerazione delle procedure e dei pagamenti. Ulteriormente clamorosa è la costatazione che tutti conoscono l’origine del problema, ma nessuno riesce a intervenire in maniera concreta per risolverlo:burocrazia, procedure difficili
da applicare e livelli di efficienza che non sempre si avvicinano alla perfezione minano l’intera filiera.Una beffa soprattutto per l’Umbria, “al vertice fra le regioni italiane – evidenzia l’assessore all’Agricoltura – per lo stato di avanzamento del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, come riconosciuto dalla stessa Commissione europea in occasione del recente incontro annuale”. Va da sé che i risultati potrebbero essere ancora migliori se tutti,Ageain primis, facessero la propria parte. Agricoltori e allevatori la fanno tutti i giorni.

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