(Cittadino e Provincia) – Bastia Umbra, 22 novembre ’18 – Bastia si arricchisce di un nuovo servizio rivolto alle donne che subiscono violenza: il Punto d’Ascolto antiviolenza – gestito dalla Rete delle donne AntiViolenza onlus – della Zona sociale 3 che comprende i Comuni, oltre che quello bastiolo, di Assisi, Bettona, Cannara e Valfabbrica.

La presentazione ufficiale di questo nuovo spazio, che si trova all’interno del Monastero Benedettino di Sant’Anna, è avvenuta nella serata di mercoledì all’Auditorium di Sant’Angelo in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.

La sede rimarrà aperta il venerdì pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.30, ma è possibile anche fissare un appuntamento in caso di esigenze, mentre il Punto di Ascolto di Santa Maria degli Angeli (presente all’interno della sede comunale) è aperto il martedì dalle 11 alle 13 e il giovedì dalle 16 alle 18.

L’incontro, notevolmente partecipato, si è arricchito di una testimonianza molto toccante di una donna vittima di violenze da parte del marito, fino a giungere ad una prigionia a tutti gli effetti all’interno della sua casa, durata per nove lunghi anni. Grazia Biondi, questo è il suo nome, ora è tornata una donna libera e sta lottando per trasformare il suo dolore in una forza ed offrirlo agli altri. È diventata presidente dell’associazione Manden – Auto Mutuo Aiuto per donne vittime di violenza.

“Il Punto di ascolto di Bastia è stato reso possibile anche grazie alla sensibilità della Zona Sociale 3 – ha detto il sindaco della città Stefano Ansideri, che detiene anche la delega ai servizi sociali -. In realtà questo spazio lo avevamo già dal 2015 ad Assisi che serviva tutto il comprensorio. Può sembrare paradossale, ma in realtà questo Punto di ascolto dovrà accogliere soprattutto gli abitanti di Assisi, perché è un bene che questi luoghi non siano nel territorio di residenza delle donne per motivi di riservatezza e di poter nascondere quello che è un ultimo gesto, al quale nessuna avrebbe voluto arrivare: denunciare il proprio partner. Ho voluto fortemente l’apertura di questo Punto di ascolto qui a Bastia – ha sottolineato il primo cittadino – perché sono certo  rappresenti per tante donne dei comuni sopra citati, un’ancora di salvezza. La sede è all’interno del Monastero benedettino di Sant’Anna, un luogo che ha il suo significato – ha spiegato Ansideri -, è gestito da donne dove da sempre donne e famiglie in genere del nostro territorio hanno trovato ricovero, ristoro, rifugio e mi auguro che questo luogo possa evitare quei lutti che purtroppo ne abbiamo notizie quotidianamente.

“Quando gli obiettivi sono alti e nobili – sono state le parole di Paola Lungarotti, Assessore alle Pari Opportunità – non ci sono differenze né contrapposizioni e la  dimostrazione è data dall’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio comunale del Tavolo tecnico per le Pari Opportunità  già riunitosi ed operativamente impegnato in più iniziative e progetti”.

Elisa Granocchia, responsabile dell’Ufficio Socio Assistenziale del Comune, ha ribadito l’importanza della “rete tra associazioni, istituzioni, medici di base e forze dell’ordine per inserire questi nuclei familiari dove all’interno si vivono situazioni di violenza. Fondamentale anche l’ascolto – ha concluso Granocchia -, tante persone si rivolgono ai nostri uffici per ricevere aiuto, sostegno ed accompagnamento. E noi siamo davvero molto felici quando si decide di varcare queste porte”.

Amelia Rossi, una delle operatrici del Punto di ascolto ha spiegato come “dal 2015 al 2018 abbiamo cogestito il Punto di Ascolto di Assisi dal 2015 al 2018. Poi, come Rete Anti Violenza abbiamo vinto il bando del mese di agosto e continuiamo a gestire con una nuove gestione da settembre. Nel bando è stata introdotta l’apertura di almeno una volta su tre dello sportello  nel comune di Bastia e siamo felici di questo. È stata una delle cose che abbiamo chiesto nel corso degli anni all’amministrazione comunale per rafforzare questa rete di persone, operatrici, collaboratori, volontari. Siamo un gruppo di donne formate che definisco ‘attiviste’, cioè concepiamo l’attività del Punto di Ascolto dentro un contesto di cambiamento culturale di questa società. Nell’accogliere queste donne abbiamo scelto il metodo adottato dalla Rete nazionale Antiviolenza (D.i. Re, donne in rete contro la violenza). È un luogo di libertà per le donne che vengono. Potranno essere finalmente libere di essere ascoltate, capite, credute  con l’obiettivo di farle recuperare l’autonomia ed autostima”.

La nascita di questo nuovo Punto di Ascolto è stata accolta “con grande gioia da un lato, ma dall’altro significa che purtroppo se ne ha l’esigenza – ha detto Morena Bigini, vice presidente dello Pari Opportunità della Regione Umbria -. È molto importante aver all’interno personale formato che sappia accogliere dal primo approccio della telefonata. Da un “pronto” si può aprire un cammino”.

L’incontro è stato moderato da Silvana Lavelli, volontaria della Rete Antiviolenza.

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