Poche parole perché l’emozione è grande, in questa nuova Chiesa, oggi giorno di Natale, giorno di nascita e di rinascita. Dall’ 8 ottobre 2017, giorno della posa della prima pietra, sono passati solo 3 anni, una eccezionalità per opere di tal genere e questo lo dobbiamo all’impegno e alla sinergia di più soggetti: la “caparbietà” di Don Francesco Santini, la volontà della Giunta Ansideri che nel 2013 porta ad approvazione la variante al Piano San Marco che si presenta complessivamente, riprendendo le parole dell’Architetto Francesca Lanzi Responsabile del Settore urbanistico del Comune,  “come un mixité funzionale e con la riproposizione di un’invenzione architettonica tipicamente italiana: la piazza. La piazza nasce come sagrato della Chiesa, ma su di essa si affacciano poi una parte della scuola, edifici privati residenziali e per servizi di vicinato. Le funzioni sono: la Chiesa, intitolata appunto a San Marco Evangelista, la scuola, lo spazio rioni, la “casa famiglia” (Associazione “Il Giunco”), la residenza, edifici di utilità pubblica (palazzetto Sportivo), piccoli esercizi di vicinato ed altre funzioni di carattere privato. All’interno del piano c’è la previsione di una Spina Verde e cioè un percorso ciclopedonale che attraversa il Piano in direzione nord sud ed est Ovest andandosi a connettere con il percorso verde fino a giungere al parcheggio delle Poste ed a sud avviando la possibilità di implementare i percorsi ciclopedonali sino alla piscina Comunale Coperta”. Un Piano attuativo di iniziativa pubblica di qualità che con la Chiesa di San Marco Evangelista si sostanzia delle necessità basilari della comunità. Non più un mero quartiere.

Non posso non ricordare le parole che Antonio Coletti ci disse l’8 ottobre del 2017, che la chiesa doveva essere riconoscibile, che era parte del territorio, che rappresentava “il cammino del popolo d’Israele verso la Terra Promessa”, il cammino di ogni cristiano che vuole incontrare Dio.  

Ringrazio a nome mio e dell’Amministrazione Comunale, Il nostro Vescovo Domenico Sorrentino, Don Francesco Santini che con entusiasmo, fede e coraggio, nelle difficoltà non si è mai arreso, l’Architetto Alfio Barabani l’amico di sempre di Antonello che ha raccolto la sua eredità portandola a compimento oggi nella bellezza e rispettandone l’ideale, i benefattori, tanti,  tutti i cittadini, i parrocchiani che con il loro impegno hanno permesso che questa chiesa diventasse il punto di riferimento di questo quartiere, della nostra città. Inaugurarla e consacrarla il giorno della natività di nostro Signore Gesù Cristo riempie i cuori di speranza in un Natale che porta con sé mesi di sofferenza, di durezza, di perdita. La pandemia ha messo a dura prova la vita delle persone, costringendole spesso ad affrontare da sole dolori grandi come la morte dei propri cari o l’impossibilità di stare accanto a chi vive in sofferenza.

Ogni Chiesa che nasce è un segno indelebile sull’asse del tempo. Ogni Chiesa è il cuore di una città dove i fedeli si ritrovano, dove la comunità si consacra scandendo il cammino della vita. Il campanile è un faro per ogni cristiano, per la comunità, significato non solo di preghiera ma di contemplazione perché gli occhi iniziano a salire verso il cielo. Questa Chiesa esprime compiutamente le parole di Papa Giovanni XXIII, “Vogliamo rendere la Chiesa talmente bella, che tutti si innamorino e desiderino entrarvi”.

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