Bastia Umbra: la ragazza, 22 anni, aveva postato su Facebook le foto del volto tumefatto dalle botte
PERUGIA Aveva denunciato lo stupro, postando la foto del suo volto tumefatto su Facebook con scritto «Mi ha ridotta così divertendosi». E ieri, a distanza di appena dodici mesi, il tribunale di Perugia ha condannato Daniele Polzoni, 30 anni, attualmente agli arresti domiciliari a undici anni di reclusione per lesioni, atti persecutori, maltrattamenti e per tre episodi di violenza sessuale nei confronti dell’ex fidanzata, una ventiduenne di Bastia Umbra. I giudici – presidente Loschi – hanno così accolto le richieste avanzate dal pm Gemma Miliani all’esito del processo. La ragazza si era costituita parte civile con l’avvocato Camillo Carini. Alla donna il tribunale ha riconosciuto anche una provvisionale immediatamente esecutiva di 35mila euro, mentre il danno sarà liquidato in sede civile. L’imputato era difeso dall’avvocato Luca Brufani. I giudici hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti in Procura per falsa testimonianza nei confronti di un ragazzo chiamato a riferire circa i comportamenti violenti dell’imputato nei confronti della ragazza. Polzoni, già noto alle forze dell’ordine per aver strappato a morsi l’orecchio a un conoscente durante un gioco al bar (episodio per cui è stato condannato a due anni di reclusione), aggredì la fidanzata con la quale aveva un rapporto burrascoso il 3 dicembre, dopo un giro in macchina nei dintorni di Valfabbrica. La andò a prendere a casa dei genitori al termine dell’ennesima lite. «Sembrava tranquillo», raccontò lei. Un atteggiamento che le fece decidere di trascorrere del tempo con Daniele. Ma poi il ragazzo cambiò radicalmente atteggiamento e diventò violento per l’ennesima volta, minacciandola di morte: «La vedi questa strada? Vuoi vedere che ti faccio peggio dell’altra volta? Le vedi? Queste sono le buche dove ti sotterro». Il resto è la violenza sessuale, l’allarme al 112 e quella foto choc postata su Fb con il volto massacrato di botte. Pochi giorni dopo, all’esito delle indagini dei carabinieri di Assisi – coordinati dal tenente colonnello Marco Vetrulli – Polzoni finì agli arresti. Quindi, l’inizio del processo. La giovane si è presenta in aula, minuta, spaventata e ha racconta l’incubo: «Ho sempre pensato che se lo avessi denunciato lo avrei messo nei casini.
Era geloso, ossessivo e quando mi picchiava diceva ’Vedi cosa mi fai fare con il tuo comportamento? E’ tutta colpa tua’». E’ l’ennesima narrazione di un amore malato. «Ero innamorata, ma avevo tanta paura di lui». Eri.P.

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