Neculai condannato a sette anni «Intervenne solo per sfogare bassi istinti violenti»
BASTIA UMBRA«La morte di Filippo Limini Senapa», accaduta la notte di ferragosto a seguito di una violenta rissa tra un gruppo di bastioli e spoletini esplosa fuori a un locale, «non costituisce esito di un percorso causale sopravvenuto e autonomo rispetto alle condotte violente del Neculai, ma è la conclusione di un’unica serie causale in cui convergono quasi contemporaneamente e sinergicamente le condotte violente tenute dall’imputato e da Denis Hajderlliu (che ha patteggiato a tre anni) e la condotta tenuta dal guidatore che provoca l’investimento». È quanto ricostruisce il giudice per l’udienza preliminare Valerio D’Andria in uno dei passaggi della sentenza di condanna a sette anni in abbreviato inflitta lo scorso aprile a George Valentino Neculai (difeso dall’avvocato Francesco Cinque) per rissa e omicidio preterintenzionale. Se gli aggressori non avessero fatto cadere a terra Filippo «e se non avessero continuato a colpirlo anche quando era sull’asfalto», non si sarebbe verificato l’investimento provocato dalla Opel guidata da Brendon Kosiqi (che ha invece patteggiato per rissa e omicidio stradale). In abbreviato, oltre a Neculai, è stato condannato a dieci mesi Kevin Malferteiner (difeso dall’avvocato Guido Rondoni) ma relativamente al reato di rissa e per entrambi il giudice non ha concesso il riconoscimento delle attenuanti generiche. Oltre «alla completa futilità del movente» alla base dello scontro tra due gruppi, il giudice ha evidenziato la precisa responsabilità di Malferteiner «nell’aver riacceso la contrapposizione all’uscita dal locale». rima ha rivolto parole offensive ad uno dei ‘rivali’, poi è sceso dalla Opel dell’amico ‘innescando’ la miccia che ha determinato «l’avvio della contrapposizione violenta» tra i due gruppi avversari. Per Neculai, sostiene il giudice, «appare ancora più evidente la gratuità dell’aggressione». Non faceva parte del gruppo ma sarebbe intervenuto improvvisamente «solo per sfogare bassi istinti violenti», «con particolare ferocia». Assolto in abbreviato dall’accusa di rissa Altin Lacaj (il giovane era difeso dall’avvocato Roberto Quirini).

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